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La stenosi della valvola aortica è una patologia grave e progressiva che colpisce circa il 3% della popolazione di età superiore ai 65 anni e il 5% degli over 75. Se non adeguatamente trattata, può causare scompenso cardiaco, infezioni e, in molti casi, morte cardiaca improvvisa. E’ considerata la lesione valvolare più comune e colpisce, solo in Europa, circa 1,2 milioni di persone.

La ricerca biomedica è però inarrestabile e, oggi, a disposizione di medici e pazienti ci sono soluzioni terapeutiche che coniugano efficacia e sicurezza mai raggiunte prima d’ora rispondendo, nell’emergenza Covid, anche all’esigenza di contenere la durata dei ricoveri ospedalieri e limitare i rischi di contagio – Da segnalare, fra le più recenti, la valvola “Acurate Neo 2” di Boston Scientific, da poco introdotta in Italia e progettata per rendere più agevole e sicura la sostituzione della valvola aortica malata per via percutanea con l’inserimento di un sottile catetere nella gamba o nel torace. La procedura TAVI è stata adottata con successo in tutto il mondo per migliaia di pazienti che non possono affrontare interventi di cardiochirurgia tradizionale, più rischiosi e invasivi.

Suffragato da studi internazionali, il sistema è idoneo per pazienti affetti da stenosi aortica grave, senza limiti di età, ed è dotato di un dispositivo di “rilascio” semplificatodella nuova valvola che consente di accedere con precisione anche ai vasi sanguigni più piccoli e complessi. Inoltre, grazie alla speciale tecnologia di “tenuta dell’anello”, progettata per trattare condizioni anatomiche irregolari o che presentino calcificazioni, Acurate Neo 2 riduce in misura significativa il rischio di rigurgito sanguigno perivalvolare, un fattore ad alto rischio negli interventi cardiaci.

Alle caratteristiche di efficacia, minima invasività, basso livello di complicanze post-operatorie, il nuovo sistema valvolare aggiunge ulteriori vantaggi che possono influire anche sulla durata del ricovero. Va ricordato, infatti, che le sostituzioni TAVI delle valvole aortiche comportano, più o meno nel 25% dei casi, l’impianto di un pacemaker. Questa esigenza viene sensibilmente ridotta da Acurate neo2 che necessita dell’impianto di un pacemaker dopo 30 giorni dall’intervento solo nella misura dell’8,2% dei casi, un fattore che non solo riconferma la bassa invasività della procedura, ma contribuisce a ridurre drasticamente i giorni di ricovero, rispondendo a una esigenza messa in luce dalla pandemia Covid e favorendo, addirittura, dimissioni ospedaliere anticipate. 

La presentazione del nuovo sistema valvolare è stata effettuata da Boston Scientific nel corso di uno speciale Programma di formazione per giovani Cardiologi interventisti, interessati ad ampliare le proprie competenze sui dispositivi medici, le procedure inerenti le valvole cardiache, il sistema TAVI. Per questo il corso destinato alle future “eccellenze” della cardiologia interventistica è stato denominato “Rising stars BSCS Valves Academy” e ha fornito una panoramica esaustiva sull’innovazione tecnologica in campo biomedico, come testimoniato da autorevoli relatori.

Per il Professor Francesco Bedogni, Direttore delle Unità di Cardiologia Clinica, Interventistica e di Terapia Intensiva Coronarica all’IRCCS Policlinico San Donato “Scegliere la giusta protesi per le diverse caratteristiche anatomiche del paziente consente di ottimizzare i già eccellenti risultati di questa terapia. L’obiettivo di un corso come “Rising stars Valve Academy” è di condividere tra gli operatori questi concetti. Una valvola innovativa come Acurate Neo2, ad esempio, è ideale in situazioni particolarmente complesse, come valvole  piccole o molto ellittiche come la bicuspide o aorte orizzontali, pur restando un dispositivo  dall’impianto facile che si adatta bene alla maggior parte delle anatomie e consente la riduzione delle complicanze che prolungano la degenza.

A sua volta, la Dottoressa Claudia Fiorina, Cardiologa interventista presso l’Unità di Emodinamica degli Spedali Civili di Brescia, ha così commentato: “la valvola Acurate Neo2 rappresenta la più recente evoluzione tecnologica nell’ambito del trattamento percutaneo della stenosi aortica, evoluzione che ha permesso di migliorare ulteriormente le prestazioni del dispositivo in termini di significativa riduzione del rigurgito perivalvolare. Tra le caratteristiche di questa protesi, uno degli aspetti più interessanti, è quello che riguarda il facile accesso alle coronarie”