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Il 6 maggio scorso l’équipe dell’Emodinamica ha effettuato per la prima volta all’Ospedale Maggiore di Lodi un intervento di chiusura percutanea dell’auricola sinistra. Questa procedura inaugura un nuovo ambito di attività delle Unità Operative di Emodinamica e di Cardiologia, che, già riconosciute per l’alta qualità nel campo dell’interventistica coronarica, intendono offrire alla popolazione della Provincia di Lodi una risposta anche alle necessità di cura nel settore delle “cardiopatie strutturali”. La Direzione della ASST di Lodi a partire dal 6 maggio ha infatti avviato un piano complessivo di recupero e ampliamento dell’offerta di cura per le patologie cardiache critiche.

«L’intervento di chiusura percutanea dell’auricola sinistra ha implicazioni cliniche molto rilevanti nel nostro territorio», spiega Pietro Mazzarotto, direttore dell’UOC di Cardiologia e dell’UOSD di Emodinamica dell’ASST di Lodi. «In alcune malattie aritmiche del cuore, per esempio fibrillazione atriale, si formano trombi all’interno dell’auricola sinistra, una piccola appendice dell’atrio sinistro del cuore. Tali coaguli di sangue, una volta formati, migrano in vari organi, più spesso nel circolo cerebrale, determinando l’ictus ischemico. La prevenzione dell’ictus in questi pazienti si fonda sull’uso di farmaci anticoagulanti orali da assumere a vita. Tuttavia un’ampia parte di loro non può assumere questa terapia per controindicazioni assolute o relative. Inoltre, anche con le terapie anticoagulanti più moderne e meglio tollerate, circa un paziente su cinque deve interrompere il trattamento a varia distanza dall’inizio della cura». L’intervento di chiusura percutanea dell’auricola sinistra consente quindi di eliminare la necessità di anticoagulanti ed è l’unica alternativa possibile per proteggere dall’ictus quell’ampia quota di pazienti per i quali la terapia anticoagulante non può essere iniziata, viene interrotta, o si rivela inefficace.

La procedura consiste nell’impianto di una protesi a forma di “ombrellino” che occlude l’imbocco dell’auricola sinistra. Il dispositivo viene inserito attraverso la puntura di una vena della gamba per raggiungere il cuore. La procedura dura meno di un’ora e alla sua conclusione rimane solo un forellino nella regione inguinale che si rimargina rapidamente nelle ore successive. La degenza in ospedale dopo l’intervento è molto breve. Dopo le dimissioni, il percorso del paziente è seguito da un ambulatorio dedicato nell’ambito del quale sono presenti cardiologi altamente specializzati dell’Unità Operativa di Cardiologia che operano presso gli ambulatori di Lodi e di Codogno.

Sempre in ambito di interventistica strutturale è già praticata in Emodinamica la valvuloplastica aortica, un intervento di temporanea correzione della stenosi aortica severa in pazienti critici, che funge da “ponte” per la definitiva riparazione o sostituzione della valvola dopo la stabilizzazione del paziente. Inoltre l’Emodinamica può contare su un “dispositivo di assistenza ventricolare” molto avanzato, in dotazione a un numero limitato di Centri in Lombardia, destinato a soggetti con grave compromissione della funzione cardiaca. Tale dispositivo, applicabile sempre per via percutanea, funge da pompa per il sangue quando la funzione cardiaca è gravemente compromessa, come tipicamente accade in caso di infarto acuto complicato da shock cardiogeno, o come sistema di protezione e sostegno durante gli interventi di angioplastica coronarica ad alto rischio. Si attiverà infine a breve l’intervento di chiusura del forame ovale pervio. Il PFO è un foro del setto interatriale che mette in comunicazione l’atrio destro con il sinistro finalizzato a prevenire e a proteggere da eventuali ictus criptogenetici, in particolare in soggetti di età inferiore a 55 anni. In questi casi la protezione dalle recidive di ictus si basa sull’intervento di chiusura percutanea del PFO, che si attua con modalità e tecniche simili a quelle della chiusura dell’auricola sinistra.

«Il programma di sviluppo dell’Emodinamica si è proposto di completare la risposta assistenziale a pazienti sempre più complessi, affetti da patologie di competenza di diverse specialità mediche oltre che cardiologiche», conclude Salvatore Gioia, direttore generale dell’ASST di Lodi. «Ciò che oggi siamo in grado di aggiungere alle offerte assistenziali per la nostra comunità è il frutto di un percorso di stretta collaborazione delle Unità Operative di Emodinamica e di Cardiologia con le specialità di Neurologia, Nefrologia, Oncologia, Radiologia e Medicina di Lodi e di Codogno. Un percorso di cooperazione che si ritiene fondamentale estendere anche alla Medicina del territorio».