Print Friendly, PDF & Email

All’ospedale di Lucca già da alcuni anni una luce verde risolve l’ipertrofia prostatica in totale sicurezza, senza bisturi e senza sofferenza. Nel trattamento dell’iperplasia prostatica benigna, tra le tante tecniche chirurgiche in uso al “San Luca” è infatti presente la metodica Greenlight. Questa tecnica, grazie alle sue caratteristiche consente di intervenire in sicurezza anche su pazienti ad alto rischio come quelli affetti da malattie cardiovascolari o da patologie della coagulazione.
“L’ipertrofia prostatica benigna – evidenzia il responsabile della struttura di Urologia di Lucca Giorgio Santelli – è l’ingrossamento della prostata ed è la malattia urologica più diffusa negli uomini, un disturbo che colpisce circa l’80% degli italiani over 50. L’incidenza di questa problematica è destinata ad aumentare sempre di più a causa dell’invecchiamento della popolazione. I sintomi sono di due tipi: quelli urinari di tipo ostruttivo, e quelli di tipo irritativo. Fra gli ostruttivi ricordo la difficoltà a cominciare la minzione, l’intermittenza di emissione del flusso, l’incompleto svuotamento della vescica, il flusso urinario debole e lo sforzo nella minzione. L’IPB può essere una patologia progressiva, specialmente se non viene curata. L’incompleto svuotamento della vescica può portare all’accumulo di batteri aumentando i rischi di infezioni e di formazione di calcoli dovuti alla cristallizzazione di sali nel residuo post-minzionale. La ritenzione urinaria, acuta o cronica, è un’altra forma di progressione della malattia. La ritenzione urinaria acuta è l’incapacità a vuotare completamente la vescica, mentre quella cronica vede il progressivo aumentare del residuo e della distensione della muscolatura della vescica. L’ipertrofia prostatica benigna incide pesantemente sulla qualità di vita con sintomi che vanno dalla difficoltà a urinare, all’urgenza minzionale, frequenza minzionale notturna che disturba il sonno dei pazienti e spesso anche dei loro familiari. Infine nei casi più seri porta alla completa ritenzione urinaria che richiede il ricorso al catetere per lo svuotamento della vescica. L’IPB determina anche disfunzioni sessuali, impotenza e problemi di eiaculazione. Quando la prostata si ingrossa, ostacolando e ostruendo il passaggio dell’urina e i farmaci non sono più sufficienti è allora necessario asportare chirurgicamente il tessuto in eccesso”.
“La nuova tecnica Greenlight, messa a punto negli Stati Uniti – continua Santelli – sfrutta l’azione di un potente laser al tribolato di litio, un cristallo in grado di emettere una luce con una particolare lunghezza d’onda altamente assorbita dai tessuti ad alta energia, che vaporizza selettivamente con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico, trasformandolo in vapore. L’intervento mininvasivo si effettua per via endoscopica in anestesia spinale. Il laser verde, tra l’altro, non causa emorragie, né incontinenza urinaria e neppure impotenza; inoltre preserva la fertilità ed evita le recidive. Da evidenziare anche che la maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e può riprendere le normali attività nel giro di pochi giorni”.
“Il ricorso a questa metodica nella chirurgia della prostata ingrossata – aggiunge il responsabile della struttura semplice di Urologia di Lucca – è già un’arma ben consolidata ed in continua evoluzione tecnica. Nel mondo, infatti, il laser verde è impiegato con successo in più di 500mila pazienti, mentre in Italia i centri che utilizzano questa tecnica sono al momento circa 30 con una casistica di circa 3.000 interventi. Tra questi centri nazionali accreditati c’è l’unità operativa semplice di Urologia dell’ospedale “San Luca di Lucca”, che – in media con gli altri centri esistenti – ha trattato circa 150 pazienti dal maggio 2014 ad oggi, con numeri in aumento. Attualmente hanno una prelazione i pazienti con patologie cardiovascolari, quelli portatori di stent e sottoposti a terapia antiaggregante o anticoagulante e le persone in età molto avanzata. L’obiettivo che ci poniamo, anche considerando il progressivo invecchiamento della popolazione, è quello di arrivare a impiegare Greenlight nel 60-70% degli interventi per l’IPB”.