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Si chiama “Visualase” ed è un sistema di ablazione laser che consente di intervenire con millimetrica precisione sulle aree del cervello lesionate, anche quelle non raggiungibili con gli approcci chirurgici tradizionali, dando così una nuova speranza a pazienti affetti da forme rare di epilessia, ma anche di tumore al cervello altrimenti inoperabili.

È questa l’ultima novità arrivata nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale San Bortolo, frutto di una donazione del valore di circa 320mila euro da parte della Fondazione San Bortolo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

«Ancora una volta la comunità vicentina si conferma straordinariamente generosa – sottolinea la dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina – ma anche abile a fare rete, creando sinergie tra le forze del territorio per raggiungere un obiettivo comune. Questa nuova dotazione valorizzerà ulteriormente le competenze altamente specialistiche dalla Neurochirurgia di Vicenza, ma è stata possibile grazie alla capacità di mobilitazione della Fondazione San Bortolo, in questo progetto coadiuvata da Intesa Sanpaolo che ha messo a disposizione la propria infrastruttura per la raccolta di donazioni da parte dei cittadini».

A spiegare più in dettaglio l’importanza di questa nuova tecnologia è il dott. Lorenzo Volpin, direttore dell’U.O.C. di Neurochirurgia del San Bortolo: «Un primo ambito di applicazione riguarda i casi più complessi di epilessia. Il primo trattamento proposto per questa patologia è generalmente mediante farmaci, ma nei casi di epilessie farmacoresistenti si procede per via chirurgica. In alcuni casi, però, i focolai che danno origine al disturbo sono in una posizione pericolosa o inaccessibile chirurgicamente, tale da risultare non operabili. Questa tecnologia ci consentirà finalmente di trattare con successo anche questi pazienti: si tratta di pochi casi l’anno, ne stimiamo circa una dozzina, che però senza questa procedura non avrebbero possibilità di cura, con una prospettiva di vita estremamente invalidante».

Come anticipato, inoltre, l’epilessia non è l’unica patologia per la quale potrà essere applicato il nuovo sistema di ablazione laser: «La sua efficacia – prosegue il dott. Volpin – è dimostrata anche nella cura dei tumori intracerebrali primari e metastatici, di piccole dimensioni ma collocati in profondità nel cervello e per questo motivo non raggiungili con la microneurochirurgia tradizionale. Con questa tecnologia si apre dunque un nuovo ventaglio di possibilità terapeutiche anche per i malati di tumore al cervello altrimenti non curabili».

Il sistema si compone di un laser, emesso da una fibra inserita all’interno di un catetere con un diametro di appena 2,5 millimetri. Grazie alle sue dimensioni estremamente ridotte, il catetere può essere posizionata in esatta corrispondenza del punto del cervello da trattare. Tramite il laser, vengono “bruciati” con estrema precisione i tessuti cerebrali che presentano le lesioni, il tutto sotto un sofisticato sistema di guida mediante le immagini acquisite con la risonanza magnetica. Uno specifico software consente infatti di visualizzare ed elaborare, a partire dai dati della RM, il volume dell’area lesionata e la temperatura raggiunta, monitorando così in tempo reale l’avanzare della procedura, con estrema sicurezza per il paziente.

Una tecnologia all’avanguardia, eppure con un’efficacia e un’affidabilità già ben documentati. Utilizzata per la prima volta nel 2008, negli Stati Uniti è già stata usata per 5.200 trattamenti in circa 150 ospedali, mentre la casistica in Europea è più limitata ma comunque significativa: 150 interventi in 25 centri.

Per quanto riguarda in modo specifico il trattamento dell’epilessia, considerando che in tutta Italia sono state solo 5 le procedure effettuate fino ad oggi mediante ablazione laser, di cui una condotta dall’equipe del dott. Volpin all’ospedale di Arzignano nei mesi scorsi con un’apparecchiatura a noleggio, si capisce come con questa nuova dotazione la Neurochirurgia del San Bortolo si candidi a diventare un centro di riferimento nazionale nel trattamento dei casi più complessi di epilessia, inoperabili con le metodiche tradizionali.

Un progetto di grande impatto, dunque, che ha trovato subito il pieno sostegno della Fondazione San Bortolo, come sottolinea il presidente Francesco Scanagatta: «noi siamo sempre pronti ad accogliere le istanze dell’Ospedale e le condividiamo trasmettendole alla generosa comunità vicentina. In questa occasione abbiamo la fortuna di avere avuto sin da subito la presenza dell’imprenditore Giancarlo Dani determinante apripista, al quale ha fatto seguito Loretta Pavan con la sua impresa e Giuseppe Ramonda. Ora ci attendiamo che la piattaforma messa a disposizione da IntesaSanPaolo dia frutti su scala nazionale, data la rilevante importanza territoriale del progetto».

«La sostenibilità, che è uno dei principi fondanti che guida il nostro percorso d’impresa, – commenta Giancarlo Dani, Presidente e Amministratore Delegato di Dani S.p.A. – è per noi un dovere morale e si traduce in un forte impegno anche nel sociale per promuovere progetti che possano portare un reale valore alla comunità locale e possano migliorare il territorio in cui operiamo. Per questo abbiamo fin da subito aderito a “Un sogno per la testa” che ci vede in prima linea a fianco della Fondazione San Bortolo in un progetto così importante per il nostro territorio e che può estendersi anche a tantissimi altri centri italiani impegnati nel trattamento di gravi patologie neurologiche non curabili con i metodi tradizionali».

Il tutto grazie alla generosità dei tanti donatori vicentini che hanno aderito alle iniziative promosse dalla Fondazione, anche con il supporto di Intesa Sanpaolo, che per questo progetto ha lanciato una specifica campagna di raccolta fondi attraverso For Funding, la piattaforma di crowdfunding dell’Istituto di credito. «La nostra piattaforma di crowdfunding – sottolinea Ugo Resconi, direttore commerciale imprese Direzione Regionale Veneto Ovest e Trentino Alto Adige Intesa Sanpaolo, – assolve il compito di mettere in connessione donatori e organizzazioni Non Profit, confermando la vocazione della Banca a sostenere importanti progetti di solidarietà sociale. In tal senso abbiamo accolto subito la proposta della Fondazione San Bortolo per unire le forze al fine di raggiungere un importante obiettivo per la salute delle persone».

«È un onore per la Direzione Impact aver seguito passo passo la nascita di questo ambizioso progetto che si è realizzato insieme a Fondazione San Bortolo Onlus – conclude Francesco Marchiori, Direzione Impact Intesa Sanpaolo, Direttore Filiale Terzo Settore di Vicenza -. Un importante risultato di comunità che ha visto coinvolti imprenditoria locale, volontariato, ente pubblico e popolazione locale che esprime tutto il valore sociale del territorio Vicentino, dove la Banca ha avuto un ruolo di prossimità, sostenendo il progetto e mettendo a disposizione strumenti efficaci per la raccolta fondi».