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imagesLa Trumpf ha scelto Arezzo per sperimentare un sistema di videocomunicazione interattiva collegata all’attività della chirurgia robotica. E proprio ieri si è svolta la prima sessione sperimentale.
Il robot viene manovrato dagli operatori seguendo le immagini che arrivano su una console con schermi che consentono di osservare, con un forte ingrandimento, i tessuti e gli organi su cui si sta intervenendo.
Immagini sino ad ora a disposizione dei professionisti che sono in sala operatoria, ma che, adesso, possono essere messe a disposizione anche di altri soggetti: dalle figure professionali impegnate in sala operatoria, ad altri che si trovano magari nel loro studio e, soprattutto, a disposizione di quanti devono formarsi su queste materie. Così ieri la consolle del robot aretino, è stata collegata con gli schermi dell’Auditorium. Una trasmissione di immagini, ma anche della voce del chirurgo che stava operando, con la possibilità di interloquire con altri soggetti.

La scelta della Trumpf Italia su Arezzo è legata a più fattori. Innanzitutto, la Trumpf, attraverso la Inso e con il contributo del Calcit, ha fornito pensili, scialitiche, pareti attrezzate ed altri impianti per le sale del nuovo blocco operatorio aretino. E la Trumpf ha accertato che l’attività di chirurgia robotica ad Arezzo è partita con un grande slancio e con una casistica già importante, a differenza di altre esperienze in cui l’avvio sembra essere particolarmente faticoso. Infine, ad Arezzo la Trumpf ha incontrato una grande professionalità e disponibilità degli operatori delle diverse branche specialistiche a fungere da tutor per quanti hanno necessità, fin da subito, di formarsi e di apprendere".

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