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Grazie alla generosità di due aziende parmensi, VisLab e John Bean Technologies, la struttura di Radioterapia dell’Ospedale Maggiore di Parma, diretta da Nunziata D’Abbiero, in collaborazione con l’Urologia diretta da Umberto Maestroni, si è dotata di una specifica sonda ecografica per migliorare il trattamento radioterapico per i pazienti in cura per neoplasia prostatica, la forma di neoplasia più frequente nel sesso maschile.

La Radioterapia, eventualmente associata alla terapia ormonale, è attualmente una delle opzioni terapeutiche per i pazienti affetti da tale patologia. Un trattamento curativo, non invasivo, generalmente ben tollerato, alternativo alla chirurgia radicale. Ora la scienza medica mette a disposizione la Radioterapia stereotassica, un’innovativa tecnica radioterapica che permette di somministrare in modo non invasivo dosi elevate di radiazioni in un numero ridotto di sedute, con minimi effetti collaterali e mantenendo risultati ottimali in termini di controllo di malattia e sopravvivenza.

Spiega Nicola Simoni, medico della struttura di Radioterapia che segue il progetto: “La sonda ecografica di recente acquisizione ottimizza il trattamento di Radioterapia stereotassica in quanto consente all’urologo di posizionare tra retto e prostata un gel spaziatore che allontana la prostata irradiata dalla parete anteriore del retto, riducendo la dose di oltre l’80% e conseguentemente il rischio di effetti collaterali. Si tratta di un idrogel biocompatibile, idrosolubile, non tossico e non immunogeno, che si riassorbe spontaneamente nell’arco di pochi mesi dalla fine del trattamento”.

“Inoltre, contestualmente al posizionamento del gel, vengono inseriti dei piccoli semi d’oro all’interno della prostata – continua Nicola Simoni –. In questo modo, quando il paziente esegue il trattamento Radioterapico, è possibile monitorare spostamenti anche millimetrici della malattia durante la singola seduta di trattamento, rendendo la Radioterapia stereotassica estremamente precisa, accurata e sicura”.

La sinergia e la collaborazione tra le due Unità Operative, Urologia e Radioterapia, ha reso possibile la realizzazione di questo progetto e questo ha permesso alle due strutture dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di essere le prime in Emilia ad aver ottenuto la certificazione per l’esecuzione della procedura. Ad oggi oltre 20 pazienti sono già stati arruolati a questo tipo di trattamento.

“La sonda è arrivata in tempi rapidi – aggiunge la direttrice Nunziata D’Abbiero – . Grazie alla generosità dei donatori e ad un lavoro di squadra con tutti i servizi ospedalieri possiamo dare risposte ai pazienti in attesa del trattamento”.

Il contributo di VisLab e John Bean Technologies è arrivato tramite la campagna “Insieme con te” in favore del Centro oncologico di Parma di cui è garante la Fondazione di comunità Munus.

 “Anche quest’anno abbiamo voluto essere vicini alla nostra comunità di Parma attraverso un gesto concreto e solido di appoggio per fronteggiare prioritarie necessità. – ha dichiarato la John Bean Technologies. – L’emergenza sanitaria dovuta al Covid ha cambiato orizzonti che sembravano ormai scontati. La pandemia ci ha riportato alla consapevolezza delle nostre fragilità e all’importanza della condizione fondamentale per l’esistenza della vita: la salute. Questo è il messaggio che JBT ha voluto trasmettere a tutti i nostri clienti nel mondo, che hanno sempre risposto con grande entusiasmo e partecipazione a questa nostra iniziativa”.

“VisLab, parte del gruppo Ambarella, ha potuto conoscere l’ambizioso progetto della dott.ssa D’Abbiero e il suo team grazie alla Fondazione Munus. – racconta Alberto Broggi, General Manager VisLab – La nostra donazione per sostenere il Nuovo Centro Oncologico, in particolare i reparti di Radioterapia e Urologia, è l’iniziativa solidale che abbiamo scelto quest’anno e che va oltre al concetto di responsabilità sociale d’impresa. È noto quanto il comparto sanità sia stato impattato negli ultimi due anni e quante diagnosi e cure sono state posticipate a causa della pandemia. Siamo orgogliosi che l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma sia la prima in Emilia a dotarsi di questa tecnologia e a poter accogliere i pazienti provenienti non solo dalla nostra Regione ma anche da quelle limitrofe, garantendo così possibilità di cure all’avanguardia e un significativo impatto nella qualità della vita delle persone che ricevono questo trattamento.”