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Il progetto OWL, basato su una soluzione IoT che mette in contatto il personale addetto al primo soccorso e le vittime in caso di disastri naturali, ha vinto l’edizione 2019 della Call for Code Global Challenge. Una giuria composta da esperti, tra cui anche l’ex presidente Bill Clinton, ha conferito ai cinque membri del team statunitense il Call for Code Global Prize, durante un evento di gala tenutosi all’hotel Regency di San Francisco.
Il team ha vinto un premio di 200.000 dollari, oltre all’opportunità di rendere disponibile questa soluzione attraverso il programma IBM Corporate Service Corps, e a numerosi altri vantaggi.
“Non lo consideriamo un traguardo per il nostro lavoro, ma piuttosto una tappa di un lungo viaggio”, ha dichiarato Bryan Knouse, team leader del progetto. “Non vedo l’ora di rimettermi al lavoro e dedicarmi alle tecnologie e alle soluzioni destinate a coloro che ne hanno più bisogno”.
Knouse voleva sviluppare soluzioni in grado di aiutare le persone ad affrontare le sfide in caso di disastri naturali. Ma era difficile trovare investitori disposti a puntare su questi progetti. Dopo aver saputo di Call for Code, ha colto l’opportunità per partecipare e per unirsi alla social community Slack.
All’interno di questo network, Bryan ha conosciuto un gruppo di persone con gli stessi obiettivi e interessi, Magus Pereira, Nicholas Feuer, Charlie Evans e Taraqur Rahman. Ed è così che è nato il progetto OWL.
Il progetto risponde a una domanda fondamentale che sorge in caso di disastro naturale: come è possibile preservare l’operatività dei processi e delle comunicazioni critiche in caso di interruzione dell’elettricità e guasti della connettività delle celle telefoniche?
“Siamo stati ispirati dalla situazione dell’uragano a Porto Rico”, ha spiegato Feuer. “Tutte le comunicazioni erano interrotte. E non si è trattato di una sola settimana, ma di diverse settimane che sono poi diventati mesi interi durante i quali le comunicazioni sono rimaste completamente interrotte”.
Il progetto OWL, il cui acronimo tradotto significa “Organizzazione”, “Posizione” e “Logistica”, è una soluzione hardware e software che consiste in un’infrastruttura di comunicazione offline in grado di offrire ai responsabili del primo soccorso una semplice interfaccia per la gestione di tutti gli aspetti legati ai disastri naturali.
La rete fisica “clusterduck” è composta da hub che assomigliano ad “anatroccoli in gomma” che, se necessario, possono galleggiare nelle aree inondate. Bastano cinque hub clusterduck per coprire un’area di un miglio quadrato, con la possibilità di creare una vera e propria rete di comunicazione in grado di inviare messaggi vocali mediante un sistema di conversazione, su un’applicazione centrale. Questa applicazione, il software OWL per la gestione degli incidenti, utilizza l’analisi predittiva e molteplici sorgenti dati per creare un pannello di controllo per i responsabili del primo soccorso.
“Una volta dispiegata in campo e collegata mediante cluster, questa rete di hub consente alla popolazione civile di accedere ai dispositivi mediante un’interfaccia estremamente intuitiva, dalla quale è possibile contattare i soccorritori, specificando una lista degli oggetti di immediata ed estrema necessità”, spiega Pereira.
Con queste informazioni, il progetto OWL consente ai soccorritori di gestire i disastri, coordinare le risorse e comprendere a fondo i modelli meteorologici, con informazioni ottenute dall’analisi dei dati ricevuti dal cloud. La soluzione integra l’ultima versione di IBM Watson Studio, le API Watson Cloud e le API Weather Company, interamente integrate nella soluzione IBM Cloud.
I moduli relativi ai dati metereologici costituiscono un elemento essenziale dell’applicazione, con la possibilità di richiedere informazioni come ad esempio “in quale direzione è diretta la più vicina tempesta tropicale?”, oppure “quali sono le condizioni previste per domani notte?”, a seguito delle inondazioni provocate dagli uragani.
“Nei peggiori disastri naturali, caos e informazioni errate rappresentano una realtà pervasiva”, ha spiegato Knouse. “Potendo disporre di migliori informazioni e strumenti di analisi, è possibile ottenere le risorse richieste esattamente dove necessario. Questo tipo di efficienza può influenzare notevolmente il numero di persone che è possibile salvare in caso di disastro”.
Il programma prevede la sperimentazione del sistema in incidenti di piccole dimensioni, prima dell’implementazione vera e propria in caso di disastri di grandi dimensioni. L’obiettivo del team è quello di concentrarsi verso quelle regioni caratterizzate da fenomeni metereologici che ogni anno causano disastri con un impatto negativo verso le comunità, come India, Cina, Filippine e alcune aree degli Stati Uniti.
Oltre al premio in contanti e al supporto offerto dal programma IBM Corporate Service Corps, i membri del team, provenienti da New York e Carolina del Nord, avranno l’opportunità di proporre OWN all’azienda di investimenti NEA, per valutare la possibilità di un finanziamento del progetto.
“Durante l’intero arco della sua storia, IBM ha sempre creduto nella creatività e nelle capacità delle persone di talento come strumento permigliorare il mondo attraverso tecnologie all’avanguardia. IBM crede da sempre nell’importanza della condivisione e dello scambio, in modo che ognuno possa beneficiare delle migliori idee”, ha spiegato Bob Lord, Chief Digital Officer di IBM. “Oggi, grazie alla possibilità di elaborare grandi volumi di dati attraverso tecnologie come IA, cloud, blockchain e IoT, gli sviluppatori possono utilizzare tutta la potenza del codice aperto IBM per produrre cambiamenti positivi più velocemente e in modo sempre più incisivo”.