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Sono stati eseguiti per la prima volta in Italia, presso la Clinica San Francesco di Verona, cinque interventi di protesi totale di ginocchio tramite chirurgia robotica. Le operazioni, eseguite il 6 e 7 novembre, sono tutte andate a buon fine.
Si tratta di un risultato importante per la struttura veronese, da anni punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca e l’utilizzo di tecnologie innovative in sala operatoria.
Gli interventi sono stati diretti presso l’unità di ortopedia e traumatologia da Piergiuseppe Perazzini, colui che può essere considerato a pieno titolo il luminare italiano della robotica applicata alla chirurgia ortopedia. Fu proprio Perazzini, nel 2011, ìl primo chirurgo a portare in Europa la tecnica ortopedica robotica, sviluppata in quegli anni negli Stati Uniti ma fino a quel momento tabù nel Vecchio Continente, utilizzandola in alcuni interventi di protesi parziale di ginocchio e anca presso la stessa Clinica veronese.
Da quel giorno, la Clinica San Francesco, che è un istituto privato convenzionato col Servizio Sanitario Nazionale, ha effettuato 1233 interventi di protesi parziale di ginocchio e 459 d’anca. Numeri che hanno fatto il CORE della Clinica, il suo Centro di Ortopedia Robotica Europeo, una sorta di ritrovo internazionale, con un costante “pellegrinaggio” di giovani chirurghi in arrivo da ogni angolo del mondo per avvicinarsi all’innovativa tecnica robotica.
I 5 interventi realizzati da Perazzini e la sua équipe sono i primi di protesi totale – e non parziale – di ginocchio realizzati con l’ausilio della tecnologia che utilizza il braccio robotico Mako.
“La possibilità di intervenire con tecniche sempre più precise, meno invasive e meno dolorose – ha detto Perazzini dopo la due giorni di sala operatoria – rappresenta una sicurezza per il paziente e consente un più veloce ritorno alla vita familiare, lavorativa e sportiva”.
La nuova chirurgia ortopedica robotica, infatti, offre al chirurgo maggiore precisione e minori margini di errore rispetto alla chirurgia tradizionale in termini di posizionamento della protesi, oltre a un perfetto bilanciamento legamentoso, fondamentale per un rapido recupero funzionale e per la longevità stessa della protesi.
In particolare, da un modello 3D del ginocchio – realizzato a partire dalla tac preoperatoria e utile per elaborare le istruzioni chirurgiche corrette per il posizionamento nella giusta sede e il perfetto bilanciamento della protesi – il braccio robotico consente al chirurgo di creare, con massima precisione, l’alloggiamento osseo in cui viene posizionata la protesi.
Grazie alla robotica i limiti della chirurgia protesica del ginocchio si sono allargati, a beneficio di pazienti di diverse fasce d’età e con differenti quadri clinici: grazie ai livelli di precisione raggiunti da questa tecnologia, infatti, è possibile operare il ginocchio anche nei casi di completa assenza del legamento crociato anteriore, ricostruendolo completamente in parallelo all’impianto della protesi, fattispecie per la quale questo tipo di intervento, fino alla vigilia dei cinque interventi della Clinica San Francesco, veniva sconsigliato.