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Mevion Medical Systems ha annunciato il trattamento del primo paziente al mondo con il sistema di protonterapia MEVION S250i presso il MedStar Georgetown University Hospital di Washington.
La terapia protonica è una forma precisa di radioterapia che ha il potenziale di ridurre la quantità di esposizione alle radiazioni in alcuni tipi di cancro. Il sistema Mevion di MedStar Georgetown include la scansione a fascio di matita HYPERSCAN che migliora le capacità di scansione dei protoni esistenti consentendo ai medici di fornire campi conformi più velocemente e con maggiore precisione rispetto al passato.
Il sistema HYPERSCAN utilizza una tecnologia innovativa, l’Adaptive Aperture, un collimatore multi-foglia protone, per ottenere gradienti di dose laterali acuti. I collimatori multi-foglia sono comuni alla radioterapia convenzionale e sono stati una tecnologia abilitante chiave per rendere possibile la radioterapia a intensità modulata. Il pMLC Adaptive Aperture di Mevion è unico per la terapia protonica. Progettato per proteggere gli organi sensibili a ogni strato di energia del trattamento, questo nuovo tipo di protone MLC consente un simile cambiamento di paradigma nella terapia protonica.
Oltre a MedStar Georgetown, il sistema MEVION S250i è in fase di installazione presso i centri in tutti gli Stati Uniti e in Europa. Altri due centri HYPERSCAN cureranno i pazienti entro la fine del 2018. Altri due centri sono in fase di pianificazione della costruzione, entrambi esempi di siti esistenti che aggiungono una seconda stanza di trattamento.
A Medstar Georgetown, il sistema di protoni è integrato direttamente all’ospedale come parte di un rinnovamento all’ingresso esistente del centro oncologico. Mentre altri centri protonici spesso devono essere costruiti come strutture indipendenti separate, le dimensioni compatte del sistema Mevion ne consentono l’integrazione con i dipartimenti di radiologia esistenti. Ciò può portare significativi risparmi economici a questi progetti consentendo ai centri di condividere i servizi di supporto esistenti e il personale in tutto l’ospedale anziché duplicarli in una struttura autonoma.

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