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L’equipe di Chirurgia Vascolare dell’ospedale di Nocera inferiore, diretta dal dott. Gennaro Vigliotti, ha effettuato un trapianto di arteria prelevata da cadavere, consentendo il salvataggio dell’arto inferiore di un paziente ricoverato per una grave infezione protesica al by-pass femoro-popliteo sinistro.
Il paziente era stato precedentemente operato per risolvere una arteriopatia cronica ostruttiva degli arti inferiori, ma aveva sviluppato una pericolosa infezione al by-pass impiantato.
Alla fine di una odissea durata circa 3 anni, è approdato nel reparto di Chirurgia Vascolare, dopo essere stato ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dello stesso ospedale, guidato da Mariano Corrado, per una terapia con antibiotico di ultima generazione, per eradicare pericolose infezioni sistemiche.
E’ stato quindi stato sottoposto ad intervento per la rimozione della protesi infetta e l’impianto di by-pass femoro-popliteo con un’arteria che è stata fornita dalla “banca dei Tessuti di Treviso”, Fondazione della Regione Veneto.
L’intervento è perfettamente riuscito, ed il paziente, in ottime condizioni post-operatorie, con arto inferiore perfettamente rivascolarizzato, dopo una blanda terapia immunosoppressiva, e la terapia antibiotica sotto il controllo degli infettivologi, è stato dimesso.
L’equipe di Chirurgica Vascolare era composta dallo stesso Vigliotti e dai medici Luigi Rinaldi, Eleonora Farina e Salvatore Pecoraro, mentre l’equipe Anestesiologica era formata da Maurizio Manzi e Patrizia Duccilli. Preziosa, inoltre, è stata la collaborazione di tutto il personale della sala operatoria e del servizio trasfusionale, nonché dei sanitari delle Malattie Infettive, Mariano Corrado e Annarita Sullo.
Fondamentale è stato, infine, l’apporto del Direttore Sanitario, dott. Alfonso Giordano, per lo snellimento delle pratiche di acquisizione dell’homograft vascolare.
L’intervento di trapianto di arteria da cadavere e una procedura estremamente specialistica e insidiosa, ed è riservata a particolari condizioni cliniche non risolvibili con materiale autologo. Tali operazioni necessitano, per la complessità della tecnica e per l’impegno delle equipe mediche, di centri di alta specializzazione, che sono veramente pochi sul territorio nazionale.