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“TAVI è VITA” arriva in Campania. Seconda tappa del progetto, dopo il Piemonte, realizzato da GISE in collaborazione con SIC e SICCH, “TAVI è VITA” nasce per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della stenosi aortica e la TAVI. L’iniziativa campana prevede la collaborazione tra cardiologi interventisti e cardiochirurghi con i cardiologi del territorio ed i medici di medicina generale.

Le prime iniziative previste saranno incontri informativi tra gli specialisti in cardiologia e i medici di base provinciali. Verranno organizzati nei prossimi mesi, infatti, presso le sedi degli Ordini dei medici della Campania e della FIMG delle riunioni che approfondiranno il tema della stenosi aortica e delle sue indicazioni terapeutiche. A seguire, saranno organizzati appuntamenti rivolti al pubblico nelle principali piazze delle cinque province campane: Napoli, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. Durante queste giornate i Medici di Medicina Generale, Cardiologi clinici, Interventisti e Cardiochirurghi saranno a disposizione dei cittadini che avranno la possibilità di poter ricevere informazioni dettagliate su questa patologia ancora poco conosciuta e ricevere visite e consulti gratuiti.

A confermare la necessità di informare e formare i medici di medicina generale è un’indagine DOXA effettuata sia a livello nazionale sia a livello regionale, che ha coinvolto medici di medicina generale e cardiologi di base. In particolare, la ricerca ha evidenziato che nei due target la conoscenza della stenosi aortica, delle possibili opzioni terapeutiche e del percorso del paziente affetto da questa patologia non sia elevata. In linea con il dato nazionale, infatti, i medici di medicina generale e i cardiologi necessitano di maggiori informazioni sulla tecnica TAVI da poter condividere con i pazienti. Un’esigenza che può concretizzarsi con eventi e corsi dedicati alla formazione della classe medica in area stenosi aortica ma soprattutto relativi alla tecnica di intervento TAVI, per aumentare e strutturare le conoscenze dei Medici di Medicina Generale.

Il Professore Giuseppe Tarantini, Presidente del GISE, ha commentato: “Il Progetto TAVI è VITA sta avendo una grande risonanza sia a livello nazionale che regionale e, come il Piemonte, un’altra regione importante come la Campania è coinvolta attivamente nell’iniziativa”.

“Una corretta educazione sanitaria e la diffusione di informazioni ai cittadini su validi stili di vita – dice il dottore Silvestro Scotti – sono due finalità che l’Ordine dei Medici di Napoli persegue da sempre. Del resto, come medico di Medicina generale, sono particolarmente sensibile a questo tema. Ecco perché, quando ci è stato chiesto di ospitare un evento nel quale si discutesse di stenosi aortica, per di più con un’iniziativa di così alto profilo, non ci abbiamo pensato due volte. È essenziale – ha proseguito il dott. Scotti – che i medici siano messi in condizione di individuare in maniera precoce quei piccoli segnali che sono dei veri e propri campanelli d’allarme. Nel caso della stenosi aortica la carta vincente è nella collaborazione tra cardiologi interventisti e cardiochirurghi con i cardiologi del territorio e i medici di medicina generale”.

“Il Progetto TAVI è VITA in Campania – ha spiegato il Professore Giovanni Esposito – rappresenta un momento di collaborazione tra Istituzioni, Medicina Territoriale ed Ospedaliera con importanti obiettivi formativi ed informativi. Un modello di integrazione multidisciplinare per il trattamento della stenosi aortica al servizio della medicina territoriale e dei cittadini per la valorizzazione della cardiologia e della cardiochirurgia Campana con lo scopo di offrire ai cittadini le migliori cure per questa patologia ed eradicare la migrazione sanitaria”.

L’obbligatoria presenza della cardiochirurgia per gli interventi di TAVI – ha commentato il Professore Ciro Mauro, Direttore Cardiologia UTIC ed Emodinamica AORN A. Cardarelli Napoli – ha escluso fino a poco tempo fa la nostra struttura dal far accedere direttamente i propri pazienti alla procedura di TAVI. La sinergia con l’Università Federico II ci ha consentito di dare la possibilità alla nostra utenza di effettuare questa procedura. Un primo esempio concreto di rete che speriamo possa creare un vero e proprio percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) nella nostra Regione”.