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Il modo in cui camminiamo è un indicatore fondamentale del nostro stato di salute. Soprattutto nella popolazione anziana, infatti, le difficoltà di deambulazione sono spesso associate ad un maggior rischio di declino cognitivo e demenza, e aumentano ovviamente anche il rischio di pericolose cadute. Partendo da questo elemento, un nuovo progetto europeo chiamato Mobilise-D punta a sviluppare un sistema innovativo di sensori indossabili in grado di tenere sotto controllo il modo di camminare dei pazienti nella loro vita quotidiana, eliminando così la necessità di test specifici.

Il trattamento delle difficoltà di mobilità che derivano dall’invecchiamento e dalle malattie croniche è una delle maggiori sfide del ventunesimo secolo, non solo per i pazienti, ma per i servizi sanitari e le società di tutto il mondo. In questo senso, il sistema di sensori sviluppato da Mobilise-D può rivelarsi quindi fondamentale per trasformare il monitoraggio della mobilità dei pazienti e arrivare a nuove soluzioni che possono permettere anche di prevedere gli esiti clinici di disturbi come la malattia polmonare ostruttiva cronica, il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, l’insufficienza cardiaca e anche il recupero della frattura del femore.

Partito pochi giorni fa con un kick-off meeting a Newcastle (Regno Unito), Mobilise-D vede la partecipazione dell’Università di Bologna con due gruppi di bioingegneri attivi nei dipartimenti di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione e di Ingegneria Industriale.

Il team del DEI, guidato da Lorenzo Chiari, ha ampia esperienza nell’analisi del movimento umano, nei sensori indossabili e nei sistemi mobili per applicazioni biomediche. I ricercatori si occuperanno di preparare ed analizzare i dati raccolti per validare nuovi biomarcatori digitali che possano supportare studi di sicurezza ed efficacia di nuovi farmaci.

Il team del DIN, guidato da Marco Viceconti, è invece specializzato in biomeccanica muscolo-scheletrica e medicina in silico, e sarà alla guida delle attività relative agli aspetti normativi ed all’intero processo di qualificazione presso le agenzie internazionali delle soluzioni identificate nel progetto.

Mobilise-D – finanziato nell’ambito dell’Innovative Medicines Initiative 2 Joint Undertaking con un budget complessivo di 50 milioni di euro – coinvolge 34 partner di ricerca tra università e aziende. Il progetto è coordinato dall’Università di Newcastle insieme con Novartis, principale partner della EFPIA – European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations.

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