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È stato impiantato per la prima volta nelle scorse settimana, al Sant’Andrea di Vercelli, un dispositivo innovativo che modifica la contrattilità delle cellule miocardiche.
Il paziente a cui è stato impiantato il dispositivo è un uomo affetto da una grave forma di scompenso cardiaco, da tempo in lista per il trapianto di cuore ma senza la possibilità di ricevere un cuore compatibile. L’intervento è stato eseguito dal direttore della cardiologia dott. Francesco Rametta e dalla dott.ssa Lorella Barbonaglia, con il supporto di un ingegnere tedesco arrivato da Monaco.
Due in tutto gli impianti di questo tipo realizzati in Italia, eseguiti a distanza di pochi giorni a Torino e Vercelli. Grazie a questa tecnologia il muscolo cardiaco viene stimolato con impulsi elettrici ad alto voltaggio; l’obiettivo non è solo quello di produrre il battito cardiaco, come avviene per i pacemaker, ma determinare una rimodulazione del metabolismo del calcio. Quest’ultimo, infatti, nel cuore affetto da scompenso si riduce. La stimolazione prodotta dal dispositivo consente una progressiva riattivazione di geni e proteine che regolano il rilascio del calcio, migliorando la funzionalità del cuore e contrastando l’insufficienza cardiaca. Posizionato in una tasca sottocute, i due o tre elettrocateteri conducono l’impulso elettrico fino al ventricolo destro, dove avviene la stimolazione del cuore. È un trattamento utilizzato per quei pazienti che non rispondono alle terapie attualmente disponibili e che non possono essere inclusi nelle liste trapianto.
L’insufficienza cardiaca è un problema di salute pubblica di enorme rilievo. Sono circa 600.000 le persone affette da tale malattia e si stima che la sua frequenza raddoppi. In Piemonte i ricoveri per scompenso rappresentano il 2,2% del totale dei ricoveri, circa 12.000 all’anno. Dopo i 65 anni arriva al 10% circa e rappresenta la prima causa di ricovero in ospedale.