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È elevata la prevalenza degli adolescenti italiani con comportamenti a rischio di dipendenza da sostanze e non solo: oltre il 22% dei giovani che frequentano le scuole superiori presenta un rapporto disfunzionale con il Web. È il dato che emerge da uno studio effettuato presso la Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS – Università Cattolica del Sacro Cuore e pubblicato sulla prestigiosa rivista “Frontiers in Psychiatry”.
La ricerca è stata condotta dal Dottor Marco Di Nicola e coordinata dal Professor Luigi Janiri dell’Unita operativa Complessa del Gemelli e Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica e dimostra anche una relazione tra l’uso problematico di Internet ed un peggiore rendimento scolastico, oltre che alcuni tratti di personalità e caratteristiche psicologiche già associati al rischio di sviluppare disturbi psichici.
La ricerca ha coinvolto 996 ragazzi che frequentano le scuole superiori valutati mediante questionari specifici atti a indagarne le caratteristiche sociodemografiche, l’abitudine al fumo di sigaretta, l’uso di alcolici e di altre sostanze d’abuso, il rendimento scolastico e i comportamenti a rischio di dipendenza.
“Il consumo frequente di alcolici e l’uso di sostanze sono risultati molto comuni nei maschi”, spiega il Dottor Di Nicola, “ma rispetto al passato le differenze di genere sono sempre meno evidenti, soprattutto per quanto riguarda i cannabinoidi ed il binge drinking”.
L’uso problematico di Internet è stato rilevato nel 22,1% dei giovani senza differenze tra maschi e femmine. “Tale fenomeno”, spiega l’esperto “è stato valutato con un’intervista e con test specifici che esplorano l’impatto dell’uso di Internet sulla quotidianità e il grado di disagio che i giovani sperimentano quando non possono accedere al Web con le modalità desiderate. Si tratta di un comportamento altamente disadattivo anche se non si può parlare ancora di una vera e propria “dipendenza”.
Inoltre, il 9,7% degli adolescenti valutati ha descritto delle modalità di gioco problematiche, con un elevato rischio di sviluppare una condizione di gioco d’azzardo patologico. I maschi riportano tale condotta più frequentemente delle femmine. E ancora, il 6,2% del campione ha riferito di praticare esercizio fisico in maniera eccessiva.
Le condotte di dipendenza studiate, sia da sostanze sia comportamentali, sono risultate associate ad una ridotta performance scolastica: più grave è la problematica del ragazzo, peggiore è il suo rendimento, sottolinea il Dottor Di Nicola.
Infine, tratti di personalità e caratteristiche psicologiche come l’incapacità di provare piacere, l’impulsività, la difficoltà a riconoscere e descrivere le proprie emozioni e la tendenza alla dissociazione, correlano con il rischio di comportamenti di dipendenza.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito, tra i giovani italiani, all’abbassarsi dell’età del primo contatto con le sostanze d’abuso, all’aumento del poliabuso, di comportamenti quali il binge drinking e la drunkoressia, nonché dell’uso problematico di Internet e del gioco, con un incremento del rischio di sviluppare in età adulta dipendenze patologiche e disturbi psichici”, conclude il Professor Janiri.

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