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Dal 2017, presso il Centro di Terapia Antalgica di Savigliano (Cuneo), diretto dalla dottoressa Lucia Maria Fenoglio, il mal di schiena cronico ha un nemico in più: è una procedura mini-invasiva denominata peridurolisi. Si tratta di un’ulteriore opzione di trattamento per la cura della lombalgia cronica, che si aggiunge alla radiofrequenza già da tempo praticata presso il servizio di Terapia del Dolore di Savigliano. La peridurolisi consente di trattare il dolore cronico che colpisce i pazienti sottoposti una o più volte a interventi chirurgici sul rachide lombare, e soprattutto, rappresenta una reale alternativa terapeutica al re-intervento chirurgico stesso. Tale tecnica può trovare indicazioni anche in altre situazioni di dolore lombare. “La metodica consiste nel creare un accesso dallo iato sacrale, ossia dalla parte bassa della schiena – spiega lo specialista Dario Giaime, responsabile della struttura semplice di Terapia antalgica di Savigliano – per introdurre un catetere epidurale dedicato, successivamente fatto risalire a livello lombare per trattare le zone scelte come obiettivo: è indispensabile il controllo radioscopico e contrastografico per controllare la progressione del catetere e verificare la presenza di anomalie o ostacoli mediante iniezione selettiva di mezzo di contrasto”. La tecnica di inserimento e di posizionamento del catetere è di complessità medio elevata, in relazione alla conformazione anatomica del canale vertebrale e dello spazio peridurale. La procedura di liberazione del canale vertebrale dalle cicatrici post-intervento chirurgico, utilizza sia l’effetto meccanico del catetere sia l’effetto litico dei farmaci infusi sia l’effetto anti-infiammatorio sulle radici spinali sede di infiammazione peri-neurale. La peridurolisi farmacologica può essere integrata con l’applicazione della radiofrequenza sulle radici spinali utilizzando una specifica apparecchiatura. Il controllo con mezzo di contrasto viene poi nuovamente eseguito al termine della procedura: la visualizzazione della radice in precedenza non evidenziabile è considerato come il segno della riuscita della tecnica. Esistono numerose varianti di esecuzione riguardo ai farmaci, al numero di iniezioni e alla possibilità o meno di una contemporanea iniezione diretta nella radice attraverso un altro accesso alla colonna vertebrale. “La procedura si esegue in regime di day hospital in sala operatoria dedicata – continua il dottor Giaime -, il paziente rimane in osservazione alcune ore e quindi è dimesso a domicilio mentre dal giorno successivo alla procedura può riprendere le sue normali attività”. La procedura ha fornito importanti riscontri in termini di sollievo del dolore nei pazienti trattati nel corso del 2017: alcuni di loro hanno evitato l’intervento chirurgico, altri hanno sospeso la terapia farmacologica, mentre in alcuni casi c’è stata la ripresa della normale attività quotidiana con significative e positive ripercussioni economiche e sociali. “La peridurolisi rappresenta un ulteriore passo avanti nell’ambito delle procedure mini-invasive realizzate dal nostro Centro – conclude la dottoressa Fenoglio – che rappresenta un’eccellenza a livello regionale, richiamando pazienti provenienti non solo dal Piemonte, ma anche da Valle d’Aosta, Toscana e Liguria”.