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E’ stato approvato da Regione Lombardia il progetto NOVHO-Neuro VirtualHospital. “Sviluppiamo e testiamo il primo sistema in Italia di diagnosi e cura ‘virtuale’ e multidisciplinare dei pazienti neurologici. Tale modello contribuirà alla creazione di una rete di supporto reciproco tra le strutture sanitarie coinvolte che consentirà la presa in carico multidisciplinare di pazienti fragili affetti da patologie neurologiche complesse o di non chiara diagnosi. Il modello potrebbe essere, successivamente, applicato ad ambiti non neurologici, coinvolgere l’intero territorio nazionale attraverso l’inclusione di altri Enti e della medicina del territorio ed essere utilizzato tanto in condizioni di ‘normalità’ quanto durante eventuali emergenze future”, dice il dott. Eugenio Parati, Direttore U.O.C. Malattie Cerebrovascolari, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico ‘Carlo Besta’. ”Il Neuro Virtual Hospital promuoverebbe la gestione multidisciplinare dei casi ottimizzando le risorse disponibili e favorendo la crescita professionale delle figure specialistiche coinvolte attraverso la condivisione e lo scambio continuo di informazioni e conoscenze. In conclusione, quindi, se da un lato i pazienti trarrebbero l’enorme vantaggio di una migliore e più efficiente presa in carico, dall’altra sarebbe favorita la condivisione e ottimizzazione delle risorse con conseguente maggiore disponibilità di posti letto e riduzione del flusso di pazienti in ospedale”. Gli obiettivi sono: equità nell’accesso alle cure; supporto nelle decisioni diagnostico-terapeutiche; intrinseca formazione ‘in job’; miglioramento delle conoscenze. Il progetto ha la durata di 36 mesi e ad oggi i partners sono: Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, IRCCS Fondazione Mondino di Pavia, Università degli studi di Pavia e due aziende Ospedaliere; è finanziato all’interno della misura a sostegno dello sviluppo di collaborazioni per l’identificazione di terapie esistemi di diagnostica, protezione e analisi per contrastare l’emergenza Coronavirus e altre emergenze virali del futuro. “Gli ambiti di intervento sono diversi”, spiega la dott.ssa Emma Scelzo, neurologa Ist. Besta, ”Sviluppiamo misure atte a proteggere gli individui fragili e con patologie complesse la cui diagnosi spesso richiede la collaborazione di diversi specialisti e l’esecuzione di numerosi accertamenti diagnostici. A titolo esemplificativo si fa riferimento ad individui affetti da malattie rare o la cui diagnosi appare complessa, con grave compromissione delle funzioni cognitive e/o motorie o il cui trattamento necessiti della presa in carico da parte di diversi specialisti. Il progetto mira allo sviluppo di un sistema di presa in carico che, da un lato, consenta a tutti i pazienti di accedere a cure adeguate a prescindere dalla loro residenza anagrafica o alla possibilità di accedere fisicamente a centri di riferimento di secondo o terzo livello e, dall’altra, permetta a medici afferenti ad ospedali diversi di collaborare tra loro sostenendosi a vicenda nella gestione dei casi più difficili. L’accesso a questo ospedale neurologico ‘virtuale’ rappresenterà, inoltre, un’importante occasione di formazione per i medici coinvolti che potranno condividere nell’ambito delle riunioni multidisciplinari le proprie competenze specialistiche. La condivisione di casi complessi e/o rari contribuirà a sua volta alla raccolta di più ampie coorti di pazienti essenziali per il miglioramento della conoscenza delle malattie neurologiche e l’eventuale sviluppo di studi clinici futuri”. Lo studio provvederà, infine, allo sviluppo di una piattaforma informatica dedicata che diventerà lo strumento essenziale del progetto e che garantirà ai medici, nel rispetto della privacy e della sicurezza dei dati, la condivisione delle informazioni cliniche e dei risultati degli accertamenti eseguiti dai pazienti. Le piattaforme validate finora, infatti, consentono l’interazione One-to-One tra medico e paziente ma non l’interazione tra medici di strutture diverse o tra team multidisciplinari e singoli medici. Il presente progetto mira, quindi, a colmare questa lacuna implementando, a partire da piattaforme già esistenti, una piattaforma dedicata in grado di agevolare l’interazione a distanza tra gli specialisti clinici consentendo la visualizzazione e condivisione dei dati clinici e radiologici da remoto riducendo e ottimizzando così i tempi necessari alla formalizzazione e alla trasmissione del consulto multidisciplinare al medico che ha in carico il paziente e quindi al paziente stesso.