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Si è concluso oggi, nell’ambito della Milano Digital Week, l’hackathon “NOVARTIS HACK_MS2: MONITORING SOLUTION FOR MS”, promosso da Novartis per favorire l’innovazione e lo sviluppo di idee che possano migliorare la qualità di vita delle persone con Sclerosi Multipla (SM) a partire da una più semplice gestione della malattia. 3 i progetti premiati: Small, una fitball dotata di sensori che propone un modo nuovo di monitorare la motricità di persone con SM con sintomi lievi-moderati, in modalità ludica e integrabile con esercizi cognitivi; eSteps, che propone un plantare intelligente che coniuga in modo sofisticato il monitoraggio dell’attività motoria quotidiana delle persone con SM a livello dei piedi con una analisi cinematica del movimento di tutta la figura; smART RING, un dispositivo wearable a forma di anello che unisce il monitoraggio della SM, fatto con misurazioni sia automatiche che attive, all’Arte Terapia.

“La qualità delle idee premiate e la stessa alta partecipazione al nostro Novartis Hack testimoniano la validità di questa iniziativa, che nasce da un duplice impegno di Novartis, quello nei confronti delle Persone con Sclerosi Multipla e quello in direzione di una trasformazione digitale della medicina”, commenta Alessandra Dorigo, Franchise Head Neuroscienze di Novartis Italia. “La digital health è destinata a uno sviluppo irreversibile in ogni area della salute, ma un terreno in cui può certamente esprimere al massimo le sue potenzialità è quello della gestione di patologie croniche e complesse come la Sclerosi Multipla”.

Medici, ingegneri, sviluppatori, studenti, Persone con SM, designer, digital expert sono stati chiamati a contribuire all’ideazione di soluzioni innovative di digital health applicate alla SM, come wearable device, piattaforme di gamification, soluzioni di Internet of Things, app per l’esercizio fisico, che utilizzano Intelligenza artificiale e Big Data, attraverso cui monitorare e supportare nella quotidianità le persone con SM, cogliere i segni di progressione della malattia e misurarne l’impatto sull’attività motoria.

“L’emergenza Coronavirus ha accelerato il processo di Digital health transformation avviato qualche anno fa e ha evidenziato l’urgenza di individuare nuove modalità di accesso, cura e monitoraggio di quei pazienti con patologie croniche che necessitano di controlli e cure nel tempo – dichiara Luigi Lavorgna, Neurologo AOU Università «Luigi Vanvitelli», Chair del Gruppo di Studio “Digitale” della Società Italiana di Neurologia – Se nell’immediato e nel prossimo futuro si tratterà di ridurre il rischio di esposizione all’infezione dei pazienti che seguono terapie immonusoppressive, come appunto le persone con SM e degli operatori sanitari, sul lungo periodo la sanità digitale, attraverso telemedicina e monitoraggio in remoto, consentirà una semplificazione nell’accesso alle cure anche per coloro che vivono lontano dai centri specialistici e una migliore distribuzione del carico di lavoro dei professionisti della salute, salvaguardando sia la salute che l’universalità dell’assistenza.”

Sono circa 122mila le persone con SM in Italia, la metà delle quali con meno di 40 anni e a rischio di disabilità. Si tratta di pazienti spesso in terapia con farmaci che agiscono sul sistema immunitario, e per questo più esposte alle infezioni, che possono trarre beneficio dalla riduzione dei controlli in ospedale attraverso la telemedicina.

La fase di lockdown ha portato alla luce una serie di necessità per le persone con SM a cui le innovazioni premiate dal NOVARTIS HACK_MS2 puntano a dare una risposta, a partire proprio dal monitoraggio da remoto dei segni più precoci possibili di progressione della componente motoria della patologia.

“La sclerosi multipla può manifestarsi in diverse forme, principalmente quella recidivante e remittente e quella progressiva, rispettivamente nell’85% e nel 15% dei casi1. È una malattia neurodegenerativa cronica, tra le più comuni del sistema nervoso centrale, che porta progressivamente ad invalidità e che costringe la persona a ridefinire e riadattare continuamente la propria vita – spiega Marinella Clerico, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Università di Torino – AOU San Luigi Gonzaga, Orbassano – Monitorare la progressione della malattia significa quindi monitorare le esigenze specifiche della persona con SM e personalizzarne la gestione.”

Le persone con SM manifestano esigenze che cambiano significativamente nel tempo in relazione alla progressione della malattia; è quindi fondamentale trovare il modo migliore di personalizzarne la gestione considerando le esigenze di ciascun soggetto.

“Proviamo a trarre da una grande tragedia quale è questa pandemia, un chiaro insegnamento: ridisegnare il futuro dell’assistenza sanitaria attraverso la digitalizzazione e le innumerevoli opportunità che offre. Non limitiamoci però all’idea e al suo sviluppo tecnologico: serve un impegno congiunto di mondo accademico e scientifico, mondo politico e istituzioni, enti regolatori e aziende – dichiara la Prof.ssa Letizia Leocani, Direttore Neuroriabilitazione Ospedale San Raffaele, Milano – co-Chair del Gruppo di Studio “Digitale” della Società Italiana di Neurologia – Noi neurologi siamo in prima linea nell’individuare sistemi efficaci e sicuri che possano coadiuvare il trattamento farmacologico della SM.”