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Uno studio sul Linfoma di Hodgkin condotto dal Reparto di Ematologia del Santa Maria Nuova in collaborazione con il Laboratorio di Ricerca Traslazionale dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia è stato selezionato come presentazione orale al convegno ICML – International Conference on Malignant Lymphoma – in corso in questi giorni a Lugano, uno dei più importanti convegni internazionali sui Linfomi. Lo studio è finanziato dai fondi ricavati dalla destinazione del 5 per mille all’IRCCS da parte dei contribuenti nell’anno 2015 e grazie al sostegno della Fondazione Grade.

A presentare lo studio sarà la biologa Benedetta Donati (nella foto), giovane ricercatrice del Laboratorio di Ricerca Traslazionale che, a copertura delle spese di partecipazione, ha ricevuto il finanziamento del Comitato Scientifico del convegno.

Il Linfoma di Hodgkin è una patologia neoplastica del sistema immunitario, relativamente rara, che colpisce prevalentemente i giovani adulti. Grazie ai trattamenti oggi disponibili è possibile ottenere la guarigione nel 85% dei pazienti. Gli elevati tassi di guarigione e la giovane età dei malati hanno progressivamente spostato l’interesse della ricerca clinica su programmi di terapia personalizzata, tesi a evitare gli effetti collaterali indotti dalle cure.

Nei trattamenti personalizzati è cruciale, infatti, identificare i fattori che possono predire con sufficiente accuratezza il rischio individuale del paziente e adattare, di conseguenza, l’intensità delle terapie.

“Lo studio condotto nel corso degli ultimi 2 anni ci ha permesso di identificare marcatori molecolari che, al momento della diagnosi, sono in grado di anticipare l’aggressività dei Linfomi di Hodgkin, consentendo lo sviluppo di nuovi strumenti che aiutino i clinici a decidere il miglior trattamento per ciascun paziente e identificare nuove possibili terapie per le forme più aggressive di questa malattia – spiega la dr.ssa Donati – Il progetto è un ottimo esempio di come la collaborazione fra competenze diverse come quelle dei biologi di laboratorio e dei clinici sia fondamentale per garantire un lavoro di ricerca efficiente, rigoroso e che produca rapidamente risultati utili per i pazienti”.  

Il progetto, che nasce da un’idea del Prof. Stefano Luminari in forze all’équipe ematologica diretta dal dott. Francesco Merli, è stato strutturato per la parte sperimentale insieme alla dr.ssa Alessia Ciarrocchi, coordinatrice del Laboratorio di Ricerca Traslazionale, e ha coinvolto i reparti di Anatomia Patologica e Medicina Nucleare dell’Azienda in collaborazione con i professionisti dell’Ospedale Careggi di Firenze.

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