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Fra le buone pratiche in sanità presentate a Roma, nell’ambito della Convention Fiaso 2018, occasione d’incontro e confronto per i manager della sanità italiana, c’era anche la Piattaforma operativa dell’ASST Bergamo Ovest, presentata dal Direttore del Dipartimento per i percorsi oncologici, l’ingegner Andrea Ghedi, con il Direttore generale, Elisabetta Fabbrini.
Per il polo ospedaliero della Bassa, la Piattaforma dei percorsi oncologici è diventata realtà con l’ultimo Piano Organizzativo. “Il nostro dipartimento Oncologico ha garantito negli anni una crescita costante e ottimi risultati clinici – spiega Ghedi -. Le priorità sono sempre state l’innovazione terapeutica e il sostegno psico-fisico del paziente, grazie a un opinion leader di spessore come Sandro Barni, ma l’analisi dei percorsi ha evidenziato che ogni componente professionale era di fatto impegnata a dare il meglio, ma mancava un terreno comune di collaborazione”.
Per questo il dipartimento è stato trasformato da gestionale a funzionale, con la mission di riorganizzare gli aspetti operativi, costruendo e gestendo in maniera più fluida il percorso del paziente oncologico, mantenendo la qualità delle cure e favorendo una miglior collaborazione tra i professionisti di diverse specialità.
“Abbiamo interpretato lo spirito della riforma sanitaria regionale – commenta il direttore generale, Elisabetta Fabbrini – che punta all’integrazione e alla continuità delle cure, dalla diagnosi al ritorno sul territorio, e ci siamo concentrati sui percorsi di cura del tumore al colon-retto, alla mammella e alla prostata, che ci caratterizzano per volumi d’attività e per completezza nell’offerta”.
L’analisi del contesto e delle risorse – affidata a un ingegnere biomedico e non a uno degli specialisti coinvolti direttamente – e l’approccio lean, anche noto come metodo Toyota, hanno permesso di rivedere i percorsi diagnostico terapeutici, mettendo attorno a un tavolo diversi specialisti.
L’infermiere “case manager” è diventato l’elemento di valore, sia come riferimento per il paziente, sia come garanzia di continuità del percorso.
I risultati? Maggior soddisfazione dei pazienti, un percorso snello e completo assistito e aumento dei volumi d’attività. Ad oggi, grazie all’ottimizzazione del percorso, la lista d’attesa chirurgica è corta, le pazienti che hanno scelto di affidarsi alla Bergamo Ovest per curare un tumore alla mammella sono state 110 nei primi nove mesi, numeri pari all’intera attività del 2017.
Questo approccio innovativo, anche per la scelta di affidare la leadership a un ingegnere biomedico, esperto di processi e garantire alla componente sanitaria di poter presidiare e mantenere l’alto livello degli aspetti clinici nell’ambito di un terreno fertile per il confronto multi professionale, è finora il primo in Italia ed è già stato presentato come caso di studio al Master in “Oncology management” di Università Bocconi e al Congresso Fiaso.

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