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Con il progressivo invecchiamento della popolazione è inevitabile che aumentino le patologie croniche correlate all’età, come l’osteoporosi che, negli ultimi decenni, è diventata una vera e propria priorità sanitaria e sociale, soprattutto per le fratture da fragilità ossea, che ne sono la manifestazione più grave.
Proprio queste fratture, che si presentano con persistenti dolori ossei, sono i campanelli d’allarme dell’osteoporosi severa, la cui incidenza è molto più elevata di quanto si possa pensare. La World Health Organization, infatti, stima che ogni 3 secondi si verifica una frattura da fragilità osteoporotica a carico di femore, polso e vertebre. Ciò equivale, nel mondo, a circa 25mila fratture al giorno o 9 milioni all’anno1. Campanelli e segnali d’allarme che non vanno, quindi, sottovalutati, come rimarca anche l’International Osteoporosis Foundation che, per la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi 2018, ha scelto come claim ‘THIS IS A SIGN’. Un tema molto importante per il corretto percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale di tutte le pazienti, come sottolineano anche gli esperti della Campagna “Stop alle Fratture”, prima iniziativa educazionale italiana sulle possibili conseguenze della fragilità ossea. Scopo della Campagna è la sensibilizzazione di tutte le donne, a partire dai 50 anni di età, affinché si informino correttamente sull’osteoporosi e sui rischi legati alla fragilità ossea, agendo tempestivamente in modo da proteggere il proprio stato di salute e il benessere dell’organismo.
«L’osteoporosi è una patologia che interessa, nel mondo, oltre 200 milioni di donne, di cui 4 milioni nel nostro Paese, la cui causa è senz’altro legata all’avanzare dell’età e alla conseguente perdita di massa ossea, con manifestazioni che, però, possono essere anche molto precoci – dichiara la dott.ssa Giuseppina Resmini, Responsabile del Centro per lo Studio dell’Osteoporosi e delle Malattie Metaboliche dell’Osso, ASST Bergamo Ovest e membro del board di “Stop alle Fratture”. – Si tratta, infatti, di una patologia che interessa il 30% di tutte le donne che vanno in menopausa, ma può insorgere anche dai 45 anni se la menopausa è precoce, condizione che, si stima, coinvolga circa il 4-5% della popolazione femminile. Molto spesso, il primo campanello d’allarme è la frattura vertebrale, che viene confusa per un banale mal di schiena, mentre può rappresentare l’inizio della cosiddetta “cascata fratturativa”: il 20% delle pazienti riporta infatti una seconda frattura vertebrale entro un anno, mentre il rischio di frattura femorale aumenta di 2 volte. Ecco perché la parola d’ordine contro l’osteoporosi deve essere, quindi, INFORMAZIONE: corretta, tempestiva, efficace, perché non è mai troppo presto per sottovalutare i suoi segnali, come la schiena che si incurva, il calo staturale o un dolore continuo di lieve o moderata entità che si manifesta, ad esempio, restando in piedi a lungo».
Eppure, la maggior parte delle donne italiane, di età compresa tra i 50 e i 79 anni, non è consapevole di essere a rischio, ossia di poter incorrere in fratture da fragilità che sono la diretta conseguenza della gravità di questa patologia2, in quanto l’osteoporosi, definita anche ‘ladra silenziosa delle ossa’, compare in maniera quasi asintomatica per poi manifestarsi con una frattura importante. «Purtroppo – precisa la dott.ssa Silvia Migliaccio, specialista di Endocrinologia e Malattie Metaboliche Professore Associato presso l’Università Foro Italico di Roma e membro del board “Stop alle Fratture” – si tende ancora a considerare l’osteoporosi come una conseguenza fisiologica dell’invecchiamento, sottovalutando sia i suoi segnali, sia la presenza di fattori di rischio, primi tra tutti la predisposizione genetica e la familiarità, ma anche, la menopausa precoce, l’eccessiva magrezza, il fumo e l’abuso di alcol. In realtà, le fratture da fragilità ossea possono verificarsi anche per un minimo sforzo, come sollevare la sporta della spesa. L’osteoporosi, quindi, rappresenta un importante problema di salute pubblica, avendo un impatto socialmente molto rilevante, poiché influenza negativamente la qualità della vita delle donne che ne soffrono anche per decenni».
Proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, da venerdì 19 ottobre, sarà online su www.stopallefratture.it un video emozionale che racconta la storia di Rosa, di come non ha sottovalutato i suoi campanelli d’allarme e di come è arrivata a una corretta diagnosi presso un Centro di riferimento per il trattamento dell’osteoporosi severa.
L’osteoporosi non è un problema soltanto delle donne, come spiega il dott. Alfredo Nardi, ortopedico e membro del board “Stop alle Fratture”: «Si tratta di una patologia sistemica che interessa l’intero scheletro, caratterizzata da un elevato rischio di fratture sia per una bassa densità minerale ossea sia per un deterioramento della struttura del tessuto osseo che, come tutto il nostro organismo, è destinato ad invecchiare. Per questi motivi anche le ossa degli uomini diventano fragili e maggiormente suscettibili a fratturarsi anche per traumi minimi. L’osteoporosi maschile è stata, finora, un problema troppo spesso trascurato sia dai medici che dai pazienti uomini, i quali spesso inconsapevolmente vanno incontro a fratture da fragilità con una frequenza che è circa la metà di quella delle coetanee donne. Ma se l’incidenza è più bassa i danni conseguenti alle fratture da fragilità che si verificano nell’uomo sono molto più gravi: la disabilità è più frequente e il rischio di morire entro un anno dalla frattura femorale è addirittura raddoppiato; inoltre dai 50 anni, il rischio per un uomo di fratturarsi è superiore al rischio di contrarre il cancro alla prostata».
Per non sottovalutare i sintomi dell’osteoporosi sul sito www.stopallefratture.it è a disposizione di tutti, uomini e donne, il DeFra79 Test online: un tool di “autodiagnosi”, rivisto alla luce della nuova Nota 79 dell’Agenzia Italiana del Farmaco, che permette di valutare il proprio rischio di fratturarsi nei successivi 10 anni. Sensibilizzando così i pazienti più a rischio a parlare con il proprio medico curante o uno specialista, o effettuando una visita presso uno dei Centri di riferimento per il trattamento dell’Osteoporosi severa su tutto il territorio nazionale. «Il DeFra79 test è uno strumento molto importante a disposizione anche dei pazienti, – spiega il Prof. Maurizio Rossini, Direttore della Scuola di Specializzazione in Reumatologia dell’Università di Verona e dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona – in quanto permette una valutazione del proprio rischio di fratturarsi. Studi internazionali recenti 3 hanno infatti dimostrato che, se il paziente non ha una corretta percezione del proprio rischio di frattura, l’avvio e l’aderenza alla terapia sono compromesse, aumentando il pericolo di incorrere in uno di questi infausti eventi. Molti pazienti, infatti, non hanno chiari quali sono i fattori di rischio e il peso che ognuno di loro ha nel determinare una frattura da fragilità, e quindi non agiscono nel modo migliore per se stessi. Con il nuovo DeFra79 è possibile conoscere il grado di rischio per la salute delle proprie ossa e ricevere un consiglio circa l’eventuale opportunità di parlarne con il proprio medico curante o di recarsi presso uno specialista di riferimento». Tra i nuovi fattori di rischio considerati, troviamo: pregresse fratture in tutte le sedi, non solo femore, colonna vertebrale o di polso; l’assunzione, oltre al cortisone, di farmaci, quali alcuni antitumorali per la terapia del tumore alla mammella e alla prostata; alcune malattie, oltre a quelle reumatiche, come il diabete, le malattie respiratorie, le malattie intestinali infiammatorie e quelle neurologiche, infine la disabilità.
‘Stop Alle Fratture’ è un’iniziativa educazionale, realizzata con il supporto non condizionante di Eli Lilly Italia, rivolta alla popolazione sopra i 50 anni di età per informare sulle possibili conseguenze dovute alla fragilità scheletrica. L’iniziativa vede il coinvolgimento di prestigiose società scientifiche come la Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, la Società Italiana di Reumatologia, la Società Italiana di Ortopedia e Medicina e il Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa e il Gruppo Italiano di Studio Malattie Metabolismo Osseo.
Dal 2011, gli esperti della Campagna ‘Stop alle Fratture’ sono impegnati perché tutti i target a rischio si informino correttamente sull’osteoporosi e, in particolare, la sua forma severa, chiamata fragilità ossea e agiscano tempestivamente in modo da proteggere il proprio benessere.
E questo attraverso, non solo il sito web www.stopallefratture.it, ma anche tramite la pagina Facebook dedicata alla Campagna, che vanta una fan base di oltre 39.000 utenti.