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Ogni anno in Italia si registrano quasi 5.000 casi di tumori HPV-correlati attribuiti ad infezioni croniche collegate a ceppi oncogeni del Papillomavirus umano. Numeri che aumentano il livello di attenzione attorno alle patologie HPV-correlate, spesso percepite come un pericolo esclusivamente al femminile associato al cancro della cervice uterina e sottovalutando, quindi, l’importante incidenza che il virus può avere anche tra i maschi, vittime anch’essi di malattie causate dall’HPV come il cancro anale o i condilomi genitali.

Il livello di informazione e consapevolezza non è ancora sufficientemente alto e per questo MSD Italia ha deciso di impegnarsi in prima linea e lanciare la nuova campagna Social “Il Papillomavirus non sceglie, tu sì”, in corso di approvazione al Ministero della Salute, che presenterà nell’hashtag #ioscelgo il proprio manifesto: un invito a genitori di figli adolescenti e a giovani donne ad agire con consapevolezza per il proprio futuro e quello dei loro figli. L’HPV non sceglie le proprie vittime, tutti però possono scegliere di prevenirlo attraverso la vaccinazione.

La campagna avrà una chiara declinazione social: Instagram, Facebook e YouTube – più un portale aggiornato, www.ioscelgo.it, dove poter approfondire tutte le informazioni sulle patologie e le opportunità di prevenzione. Si vuole informare la popolazione in modo scientificamente corretto utilizzando tuttavia i linguaggi della Comunicazione digitale.

Esistono oltre 200 tipi differenti di HPV, 13 dei quali vengono classificati come tipi ad alto rischio, che possono causare il tumore della cervice uterina nelle donne e altri tumori HPV associati – ano, vagina, vulva, pene, cavità orale, faringe, laringe e condilomi genitali – anche nel maschio, categoria spesso percepita non a rischio di contrazione del virus.

“L’infezione da HPV è molto frequente nella popolazione e riconosce prevalentemente una trasmissione per via sessuale; da questa frase si può capire come i numerosi Papillomavirus costituiscano una minaccia per tutta la popolazione fin da quando inizia l’attività sessuale. Disponiamo di molteplici evidenze scientifiche che indicano come la giovane età ed il numero dei partner sessuali rappresentino una condizione di rischio per contrarre l’infezione. Da tali evidenze ne consegue la strategia di prevenzione attraverso la vaccinazione che ha come target primario gli adolescenti di entrambi i sessi al dodicesimo anno di età. – commenta il Prof. Giancarlo Icardi, Professore Ordinario di Igiene presso l’Università di Genova – L’attuale Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale raccomanda inoltre l’offerta della vaccinazione anti-papillomavirus ad una coorte supplementare di adolescenti di sesso femminile. Considerate le modalità di trasmissione è intuitivo come una strategia multi-coorte favorisca una più rapida riduzione della circolazione di HPV nella popolazione consentendo di raggiungere l’obiettivo finale di riduzione del numero di lesioni pre-cancerose e, nel lungo termine, dei cancri dell’utero e dell’area ano-genitale”.

Timori e pregiudizi sulla vaccinazione possono contribuire a spiegare i livelli ancora bassi di copertura vaccinale pari al 64.4% nelle ragazze, per la prima dose, e al 49.9%, per il ciclo completo; nei ragazzi invece la percentuale risulta ancora più bassa, pari al 21,8% contro il 15,4% del ciclo completo.

Tra gli obiettivi della campagna, anche quello di dare una risposta chiara ad alcuni falsi miti legati alle patologie HPV-correlate.

Il vissuto da parte di molte donne HPV positive è molto variabile e può spaziare da situazioni di ansia, paura, rabbia, a vergogna, biasimo, rimorso, sovrastima dei rischi di cancro, preoccupazioni sulla perdita delle funzioni riproduttive, preoccupazioni sulle reazioni negative che potrebbero avere amici, familiari, partner sessuali, preoccupazioni sull’infedeltà del partner o vera e propria ostilità nei suoi confronti – spiega il Dott. Carlo Antonio Liverani, Oncologia Ginecologica Preventiva Humanitas San Pio X, Milanoun bisogno urgente di trattamento, fino ad arrivare a cambiamenti nelle attività fisiche intime, rifiuto dell’attività sessuale, isolamento, depressione”.

Sebbene rimangano ancora molti aspetti da approfondire per una più completa consapevolezza dei rischi, in termini di conoscenza qualche passo in avanti è stato fatto. Secondo l’ultimo rapporto Censis, che ha analizzato il livello di consapevolezza dell’HPV tra i genitori di figli adolescenti, si è passati da un livello di conoscenza del virus del 85.1% nel 2017 all’88.3% di oggi con una ricerca delle informazioni che passa sempre di più attraverso i professionisti della salute piuttosto che tramite Dottor Google. 

“Anche se la conoscenza sul Papillomavirus e sulla relativa vaccinazione appare tendenzialmente migliorata nel tempo, sa cos’è l’HPV l’88,3% dei genitori e conosce la vaccinazione l’81,3% mentre le percentuali rispettive superano ormai il 90% tra le donne, si tratta di una conoscenza spesso superficiale, nella quale traspaiono molti dubbi ed incertezze. Mentre tutti coloro che affermano di essere informati sanno che l’HPV è responsabile del tumore alla cervice uterina, solo la metà dei genitori sa che l’HPV è causa anche di altri tumori come quello dell’ano, del pene, della vulva, della vagina e di quello testa/collo, solo il 42% lo associa ai condilomi genitali e poco meno di un terzo pensa ancora che il virus colpisca solo le donne – precisa la Dottoressa Ketty Vaccaro, Responsabile dell’Area Welfare e Salute del Censis – I media e in particolare Internet sono tra le fonti di informazione più citate, a cui si affiancano il servizio vaccinale della ASL per i genitori e il ginecologo per le donne. Tuttavia, emerge un bisogno informativo solo in parte soddisfatto, in particolare sui rischi di contrarre il virus, i meccanismi con cui agiscono tutti gli strumenti di prevenzione e la loro efficacia”.

L’indagine Censis restituisce l’immagine di utenti che si fidano meno, rispetto al passato, dei contenuti presenti sulla Rete, soprattutto a causa della diffusa presenza di informazioni alterate e fake news che rendono lo spazio digitale povero di fonti scientifiche certificate. Una battaglia che vede in prima linea alcuni tra i maggiori social network, sempre più impegnati nel bloccare ogni tentativo di fake news in favore di una corretta diffusione di informazioni legate al tema della salute.

“È essenziale che gli utenti diventino consapevoli che la disinformazione medica diffusa tramite i social network non è fatta solo da persone che si sbagliano in buona fede, ma è anche un business pilotato professionalmente – spiega il Dott. Paolo Attivissimo, giornalista ed esperto di fake news – e che le piattaforme social per natura non rispecchiano obiettivamente le opinioni comuni, ma amplificano quelle più estreme”.

Inventare per la Vita, con Passione e dedizione, rappresenta il tratto distintivo del DNA di MSD che oltre a mettere a disposizione farmaci e vaccini innovativi si impegna nel campo dell’innovazione digitale perché sia uno strumento utile a migliorare la salute e la qualità della vita delle persone.

“Sono molto orgogliosa di presentare oggi la nuova Campagna ‘Il Papillomavirus non sceglie, tu sì” – afferma la Dottoressa Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia – L’infezione da HPV è estremamente comune a livello mondiale, sia negli uomini che nelle donne, ed è la più frequente infezione sessualmente trasmessa. Come donna, madre e moglie sento da sempre la responsabilità della prevenzione per me e i miei familiari e mi informo costantemente presso fonti attendibili: nella mia vita professionale cerco di applicare lo stesso principio, verso i pazienti e la popolazione che serviamo con i nostri prodotti, perché la vita, la vita in buona salute, non è mai abbastanza. Per questo, sentiamo la necessità di impegnarci nella diffusione di un messaggio importante: si può scegliere di prevenire l’insorgenza di pericolose patologie, regalando a noi stessi e ai nostri figli un futuro libero dalla malattia, perché oggi più che mai il controllo del Papillomavirus e dei cancri ad esso correlati è alla nostra portata”.

“Abbiamo deciso di utilizzare il linguaggio e le modalità dei Social Network, che sono ormai parte del nostro quotidiano – prosegue Nicoletta Luppi – per offrire ad un pubblico più ampio una varietà di strumenti e informazioni che potranno aiutare a compiere, con consapevolezza, un vero gesto d’amore: la protezione delle persone che più amiamo”.