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Con l’ausilio del robot da Vinci X, gli specialisti della Clinica Fornaca hanno asportato il timo a una donna di 40 anni che soffriva anche di miastenia, condizione in cui tutti i muscoli volontari si indeboliscono e si affaticano rapidamente. «La paziente è stata dimessa a meno di quarantott’ore dal ricovero e, due giorni più tardi, è tranquillamente partita per le sue vacanze», rivela il dottor Paraskevas Lyberis, chirurgo toracico della Clinica Fornaca e della Città della salute e della scienza di Torino, che ha eseguito l’intervento di timectomia in équipe con il professor Enrico Ruffini e il dottor Francesco Guerrera e con il supporto anestesiologico del dottor Giulio Rosboch.

Il timo è una ghiandola collocata nel torace, davanti alla trachea, la cui funzione principale è quella di garantire la maturazione dei linfociti T, globuli bianchi che svolgono un ruolo di fondamentale importanza all’interno del sistema immunitario. «Il timo della paziente si era ingrossato fino ad avere un diametro di circa 4 centimetri ed era associato alla miastenia – prosegue il dottor Lyberis -. Grazie al da Vinci X abbiamo eseguito tre accessi toracoscopici di 8 millimetri l’uno nel terzo, quinto e ancora quinto spazio intercostale a sinistra che ci hanno permesso di rimuovere il timo nel modo migliore». L’intervento è stato eseguito in anestesia generale con l’esclusione del polmone sinistro ed è durato poco meno di due ore. Subito dopo l’operazione, la paziente è stata trattata con una terapia antalgica mirata e un drenaggio pleurico precauzionale, rimosso il giorno dopo. Il decorso post operatorio è proseguito con regolarità e ha permesso le dimissioni della donna ad appena due giorni dal ricovero.

«Si tratta di una patologia piuttosto frequente che si avvantaggia di un riscontro radiologico – prosegue il dottor Lyberis -. L’asportazione del timo rappresenta la terapia migliore per il paziente miastenico che, dopo l’intervento, vede migliorare la propria qualità di vita per via della scomparsa dei sintomi di affaticamento e debolezza e, in circa un terzo dei casi, può abbandonare per sempre quei farmaci che in taluni casi si rivelano particolarmente pesanti».

Senza l’ausilio del da Vinci X, l’intervento si sarebbe potuto svolgere nella tradizionale via toracoscopica o con altre due tecniche, collaudate ma piuttosto invasive, come la sternoctomia totale o parziale che includono la sezione dell’osso dello sterno e che comportano un aggravio pesante su tempi di degenza e dolore. «È stata la prima volta che abbiamo eseguito questo tipo di intervento in Fornaca – prosegue il dottor Lyberis – e mi sento di lodare e ringraziare tutta l’équipe infermieristica che ci ha supportato in sala operatoria, a partire dal coordinatore Luigi Abate che s’è occupato di preparare il posizionamento della piattaforma robotica».

Oltre alla timectomia con tre accessi, la Chirurgia toracica permette di realizzare la maggior parte delle procedure chirurgiche: resezioni polmonari, segmentectomie; exeresi di cisti mediastiniche; neurinomi, metastasi mediastiniche; simpaticectomie toraciche; lobectomie polmonari con quattro accessi. Tra i vantaggi della chirurgia robot-assistita figurano le piccole incisioni con riduzione del traumatismo tissutale, il minore sanguinamento con minore necessità di trasfusioni, la riduzione della degenza e del dolore post-operatorio, la riduzione dei tempi di recupero, una più rapida ripresa nello svolgimento delle attività quotidiane, una maggiore facilità nell’esecuzione delle manovre chirurgiche complesse.