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Graziano Di Cianni, coordinatore dell’Area Diabetologica dalla USL Toscana nord ovest e primario del reparto livornese, è stato individuato come prossimo presidente dell’Associazione medici diabetologi, la più grande società scientifica della diabetologia italiana che vanta oltre 2.200 iscritti. Di Cianni è risultato il primo tra i votati alle elezioni che si sono svolte a Padova nei giorni scorsi in occasione del 22esimo congresso nazionale durante il quale ha presentato una relazione sul tema della riorganizzazione della diabetologia nella sanità italiana. Secondo quanto previsto dal regolamento dell’associazione, assumerà da subito il ruolo di vicepresidente, mentre entrerà in carica al vertice dell’organizzazione fra un biennio.

“La nomina – ammette Di Cianni – oltre a essere una gratificazione personale è soprattutto il riconoscimento del grande lavoro fatto dalla Azienda USL Toscana nord ovest sul nostro territorio sul fronte del diabete. È stato premiato il lavoro di questi anni per la organizzazione della rete diabetologica aziendale e l’impegno anche in Regione per migliorare l’assistenza diabetologica. Da Massa a Livorno risiedono, già oggi, oltre 90mila persone affette da diabete, che, mantenendo l’attuale ritmo di crescita, nei prossimi dieci anni supereranno la quota record di 100mila. Si tratta di un fenomeno diffuso che l’Organizzazione Mondiale della Sanità descrivere come una vera e propria “pandemia”. Per ovviare a questa diffusione, che colpisce indistintamente e spesso senza sintomi anziani, ma anche persone giovani e addirittura bambini, è fondamentale intraprendere una lotta a tutto campo sul versante della prevenzione e della cura del diabete. Da tempo sosteniamo che l’approccio a questa problematica è necessariamente multidisciplinare con ambulatori condivisi fra specialisti come ginecologi, cardiologi, oculisti, pediatri e con l’insostituibile supporto di infermieri, ostetriche, dietiste e tante altre figure ancora. Rispetto a soli 10 anni fa le “armi” a disposizione contro il diabete sono davvero cambiate, penso ad esempio alle nuove tecnologie come i microinfusori che permettono ai nostri pazienti di mantenere elevati standard di vita. Lo sforzo che caratterizzerà i prossimi anni di lotta al diabete sarà quello di assicurare risposte assistenziali che garantiscano qualità delle cure e sostenibilità del sistema”.

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