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Si è chiuso con il convegno internazionale “Digital Tansformation in medicine: average is dead!” la quinta edizione del Meet in Italy for Life Sciences a Bologna, che ha visto oltre 1.000 partecipanti provenienti da 37 Paesi, 1.700 incontri one to one, 15 tra conferenze e workshop e 7 premi a start up innovative.
Il settore è in forte fermento e rappresenta uno degli ambiti di punta a livello nazionale per innovazione e tecnologia. Temi che hanno trovato riscontro nelle parole di Diana Bracco, Presidente del Cluster Tecnologico Nazionale Scienze della Vita ALISEI “La ricerca e l’innovazione nelle Scienze della Vita, essendo in grado di rendere disponibili terapie e cure sempre più precise ed efficaci, rappresentano una risposta concreta a molte delle sfide che il Paese si trova ad affrontare oggi in ambito salute. Grazie alla ricerca sono oggi disponibili farmaci e strumenti che permettono di prevenire molti tipi di malattie, di contrastare patologie fino a pochi anni fa considerate incurabili e di eseguire diagnosi con elevata precisione. In futuro il rapporto tra salute, medicina e tecnologia è destinato a essere sempre più stretto”.
La conferenza internazionale di chiusura ha trattato proprio il tema della trasformazione del settore della salute, dove si evidenzia sempre di più come ci troviamo in un periodo di passaggio da una medicina “tradizionale” a una medicina delle 4P: predittiva, preventiva, personalizzata e partecipativa.
“Le terapie  personalizzate sono il futuro della medicina nel mondo e rappresentano un’evoluzione formidabile rispetto a una decina di anni fa, quando la medicina era la stessa cura per tutti – ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche per la salute della Regione Emilio-Romagna, Sergio Venturi. – Oggi, invece, la medicina offre una cura specifica per ogni malato e questo ha permesso di mettere a punto  terapie ancora più efficaci, che in alcuni casi portano alla completa guarigione. Un risultato reso possibile grazie all’interpretazione di un’enormità di dati presenti nelle banche dati, ma raccolti anche attraverso le nuove piattaforme social. Il tema forte che viene avanti per i sistemi sanitari pubblici e per l’industria privata è come utilizzare questi dati e come garantire il diritto alla privacy e alla riservatezza del paziente. Su questo la Regione Emilia-Romagna è aperta a ragionare con le imprese e con l’industria per trovare una strategia condivisa”.
Uno dei veri driver di questo cambiamento è l’utilizzo de i big data, che nella medicina di precisione giocano un ruolo fondamentale per l’innovazione della salute.
Il tema big data è stato illustrato nell’intervento di apertura di Alessandro Curioni, Vicepresidente IBM Europa e Direttore della Ricerca IBM “Il potenziale dell’intelligenza artificiale è enorme, in particolare nel settore della salute, proprio grazie alla grande quantità di dati disponibili. Ci sono comunque alcuni aspetti tecnici e non che devono essere superati per avere un’accettazione generale di questo tipo di approccio: i sistemi informatici sono adeguati? Come si piò garantire la cyber security? Come è possibile garantire la privacy dei dati sensibili? Temi di grande attualità che dovranno essere affrontati a breve nelle sedi opportune”.
I dati riferiti al settore delle scienze della vita derivano in larga parte dall’analisi di strutture biologiche, come spiega Maria Luisa Lavitrano dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, “La maggior parte delle conoscenze attuali sulle malattie e sulle capacità diagnostiche e terapeutiche si basano su studi fatti su campioni biologici. È importante sottolineare che un campione deve essere corredato da dati clinici qualificati, di qualità e sempre aggiornati. Le bio-banche possono garantire questo, in quanto raccolgono campioni con regole precise che ne garantiscono la qualità oltre ad avere specifici requisiti etici, legali e sociali. Queste strutture sono in rete tra loro, e servono per a livello globale soddisfare le promesse della medicina di precisione dove è necessario avere grandi numeri per studiare terapie specifiche  e personalizzate”.
Nell’ambito dell’Italian Healthcare Venture Forum, organizzato in collaborazione con TechTour, sono state premiate le tre start up vincitrici. Tra le 20 start up finaliste, che provengono da 8 Paesi – una da Belgio, Francia, Olanda, Regno Unito, Spagna e Turchia, 4 dalla Svizzera e 10 dall’Italia – la giuria di esperti composta da Venture Capitalist ed esperti in digital health, medtech, biotech e pharma ha premiato la svizzera Novassay che si è aggiudicata il primo posto, e le italiane MyAir al secondo posto e DianaX terza classificata. A Novassay è andato anche il premio Lifeseeder da 3.000 euro in forma di voucher.
Novassay è una società di recente costituzione, non quotata, operante nel settore delle biotecnologie con un programma di Terapia del Dolore focalizzato sul meccanismo che ha come target le subunità alfa2-delta1 dei canali del calcio.
MyAir è una società milanese attiva nella progettazione, produzione e commercializzazione di dispositivi medici innovativi indossabili. Il prodotto AirGo™ è una piattaforma sonno-respirazione di livello medico per la diagnosi per il monitoraggio di pazienti 24ore al giorno e 7 giorni alla settimana.
Dianax si posiziona come sviluppatore e produttore specializzato di Lab-on-a-chip. Il dispositivo Dianax per la rilevazione e la misurazione delle proteine, piccolo come un memory stick e meno costoso delle soluzioni attualmente disponibili, è concepito per analizzare sangue e altri fluidi biologici, come urina o saliva.
Meet in Italy for Life Sciences, l’evento annuale del Cluster ALISEI, sta crescendo e si consolida come l’evento cardine del settore in Italia. “Anche grazie a questo appuntamento annuale il Cluster Alisei sta lavorando per accreditarsi sempre più come un grande motore dell’innovazione italiana nel settore delle scienze della vita, un catalizzatore di idee e un punto di raccordo tra ricerca e industria. La sfida che vogliamo vincere è riuscire ad affermarci come efficace strumento di bilanciamento, equilibrio e coesione delle diverse realtà regionali e nazionali che lo compongono” ha concluso Diana Bracco nel suo intervento di stamattina.
Al termine della conferenza internazionale è stato annunciato il soggetto vincitore della call per l’organizzazione dell’edizione 2019: la Regione Friuli Venezia Giulia. La sesta edizione di Mette in Italy for Life Sciences si terrà quindi a ottobre a Trieste. “Meet in Italy sarà per Trieste un evento centrale nel 2019. La città e la regione Friuli Venezia Giulia negli ultimi anni hanno fatto dell’innovazione nel settore delle scienze della vita un elemento strategico di crescita e connessione non solo regionale, ma di respiro internazionale coinvolgendo l’area balcanica e alpina. Meet in Italy 2019 costituirà il suggello di questa esperienza e contestualmente sarà una delle manifestazioni chiave di proESOF, che accompagnerà Trieste a diventare nel 2020 la Capitale Europea della Scienza”, ha affermato Laura Chies, Presidente di CBM – Consorzio per il Centro di Biomedicina Molecolare del Friuli Venezia Giulia.