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“La salute delle persone con diabete è a rischio. La diabetologia italiana, una delle più avanzate e capillari d’Europa, è sotto numerosi attacchi da più fronti e non vorremmo che a pagare il prezzo di quanto si sta delineando siano i pazienti diabetici” così afferma in una preoccupata denuncia pubblica Egidio Archero, Presidente nazionale FAND – Associazione nazionale diabetici. Tra le prime cause, che rischiano di mettere in pericolo la diabetologia italiana, fiore all’occhiello del nostro sistema sanitario, concorre il riordino delle reti cliniche, affidato dalla legge Balduzzi alle regioni, in un’ottica di contenimento della spesa pubblica. “In molte regioni infatti si sta procedendo verso un forte ridimensionamento della rete diabetologica regionale, con il declassamento delle strutture diabetologiche, o con la loro aggregazione verso altri reparti, ma anche riducendo o bloccando il turn over del personale sanitario” precisa Archero. “Tutto questo risulta essere in netto contrasto con il Piano nazionale per la malattia diabetica, molte leggi regionali e la legge 115/87 di tutela dei diritti delle persone con diabete, prima al mondo, che ha dato origine a un sistema di prevenzione e cura della malattia diabetica e delle sue complicanze. Procedere come si sta facendo con tagli lineari e indiscriminati alle risorse sanitarie, può portare alla cancellazione progressiva della rete diabetologica, rischiando di non poter più garantire ai quattro milioni di diabetici italiani assistenza e cure adeguate. Questo a lungo andare non può che aggravare la condizione di queste persone e la gestione delle complicanze e comporterà evidentemente un aumento dei ricoveri e quindi della spesa sanitaria”. “Anche la revisione 2015 dei Lea, i livelli essenziali di assistenza garantiti dal servizio sanitario nazionale in corso di definizione ai tavoli del Ministero della salute, porta notizie sconfortanti. Il Ministero infatti non ha convocato ne si è consultato con i rappresentanti delle Associazioni nazionali delle persone con diabete per coinvolgerli in questi percorsi decisionali in cui la visita diabetologica d’accesso sembra non comparire, o in alternativa non essere effettuata dal diabetologo, essendo invece inglobata in una più generica ‘visita endocrinologica’”, precisa ancora Archero. “Segnaliamo numerose altre gravi omissioni – tra gli esami e visite esenti sembrerebbero infatti non comparire la creatinina, le medicazioni al piede diabetico e alla cute, solo per citarne alcune – Queste gravissime lacune evidenziano quanto sia importante il coinvolgimento delle Associazioni nella definizione dei nuovi Lea. È inutile infatti teorizzare in continuazione sulla centralità della persona con diabete e sul ruolo delle Associazioni come riferimento a difesa dei diritti di queste persone se poi questo viene disatteso in scelte e interventi fondamentali e non ha un riscontro nella pratica” conclude Archero.

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