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Un trapianto di fegato grazie ad un organo prelevato da un donatore affetto da una rara malattia genetica, la Sindrome di Rendu-Osler-Weber. Il particolare intervento è stato eseguito nelle scorse settimane presso l’IRCCS ISMETT di Palermo dall’équipe medico-chirurgica guidata dal professore Salvatore Gruttadauria, direttore del programma di chirurgia addominale e trapianto di fegato. Il trapianto è risultato particolarmente complesso appunto per la condizione del donatore, la Sindrome di Rendu Osler Weber detta anche teleangectasia ereditaria, una patologia che, potenzialmente, determina alterazioni vascolari degli organi vitali e per questo è normalmente considerata una controindicazione al prelievo per trapianto d’organi.

Nel caso del prelievo effettuato dal team di ISMETT sono stati svolti accurati e particolari esami diagnostici per escludere la presenza di alterazioni vascolari del fegato e poter così considerare l’organo prelevato idoneo al trapianto. Una situazione complessa per cui è stato richiesto anche parere al Centro Nazionale Trapianti che ha confermato la possibilità di utilizzare l’organo.

Ad essere sottoposto a trapianto è stato un paziente affetto da cirrosi secondaria a steato-epatite non alcolica. “Il trapianto – spiega il prof. Gruttadauria – è riuscito perfettamente. Il paziente è stato già dimesso e sta recuperando una buona condizione fisica con un regolare decorso post trapianto”.

E’ la prima volta che viene eseguito un trapianto di fegato da un donatore portatore di teleangectasia ereditaria. Nel 2013, a Barcellona, erano stati eseguiti due trapianti di rene prelevati da donatore affetto da questo tipo di patologia.

I donatori marginali, ovvero non ottimali, a causa della mancanza di donazioni sono sempre più utilizzati, soprattutto in quelle regioni dove il tasso di donazioni è più basso. Presso l’ IRCCS ISMETT  i risultati dei trapianti eseguiti con gli organi prelevati da donatori che presentano delle caratteristiche di marginalità sono in linea con quelli degli altri Centri Europei di riferimento.

“Questo tipo di organi – sottolinea ancora Gruttadauria – se utilizzati all’interno di percorsi protetti come quelli delle linee guida sulla donazione d’organo vigenti in Italia offrono una valida opzione terapeutica ai tanti pazienti in lista d’attesa. Questo consente di combattere la drammatica e costante carenza di donazione che caratterizza alcune regioni del nostro Paese, in particolare la Sicilia”.