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Il programma di endoscopia cardiaca prende il via al Centro Cardiologico Monzino, dove la tecnica sarà applicata a pieno regime dopo un biennio di introduzione sperimentale. Lo sviluppo è affidato al dottor Emad Al Jaber che, sotto la guida del professor Gianluca Polvani, responsabile dell’U.O. di Cardiochirurgia e Sviluppo Iniziative, ha già eseguito i primi interventi con eccellenti risultati dopo aver concluso il periodo previsto di formazione presso il dottor Loris Salvador, Direttore della Cardiochirurgia dell’ospedale San Bortolo di Vicenza.
Il principio dell’endoscopia cardiaca consiste nel limitare l’apertura del torace praticando un taglio di tre centimetri e impiantando la circolazione extracorporea da vene e arterie periferiche: attraverso una telecamera e speciali strumenti endoscopici, il chirurgo lavora a cuore aperto non più guardando all’interno del torace – sarebbe impossibile data la piccolissima dimensione dell’incisione – ma su uno schermo che restituisce una visione del cuore estremante dettagliata, rendendo possibile gesti chirurgici semplificati, precisi e mirati. La tecnica, attualmente praticata in pochi centri al mondo, richiede al cardiochirurgo un cambio di prospettiva nel modo di pensare e di agire. L’impegno chiesto ai medici è tuttavia ricompensato dai vantaggi per il paziente: meno dolore, una degenza ospedaliera più breve, una ripresa anticipata e un miglior risultato estetico perché l’incisione chirurgica è poco visibile, dal momento che viene praticata sul contorno dell’areola del capezzolo negli uomini e sotto il seno nelle donne. Tutti questi elementi contribuiscono a fare la differenza sia dal punto di vista clinico che psicologico.
La tecnica endoscopica ha una buona prospettiva nella chirurgia cardiaca: permette infatti di trattare malattie valvolari mitraliche, aortiche e tricuspidali, alcuni difetti congeniti come quelli del setto interatriale, fino a disturbi del ritmo cardiaco come determinate forme di fibrillazione atriale. In quest’ambito specifico l’esperienza del gruppo guidato dal professor Polvani è la maggiore in ambito italiano ed europeo.
«Sono entrato al Monzino dieci anni fa da specializzando ed è qui che voglio applicare e sviluppare quanto ho imparato, perché è il luogo migliore per realizzare terapie d’avanguardia: è il primo centro in Europa dedicato al cuore e la tradizione chirurgica di questo ospedale ha dato vita a una scuola di cardiochirurgia prestigiosa con tecnologie e competenze specialistiche avanzate» – dichiara Al Jaber.
«Questa tecnica non sostituisce la cardiochirurgia tradizionale, ma la affianca per poter offrire ai nostri pazienti tutte le metodiche che la ricerca clinica internazionale mette a disposizione» – afferma Polvani. «Attualmente viene applicata su casi selezionati e per problematiche precise con risultati davvero incoraggianti. Ma siamo all’inizio. A partire dalle malattie valvolari che trattiamo attualmente, vorremmo nel tempo estendere la chirurgia endoscopica al maggior numero di patologie cardiovascolari, per proporla, dopo averne testato l’efficacia, ai pazienti che ne possano beneficiare. Credo infatti che il futuro della cardiochirurgia si svilupperà anche in questa direzione».