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Giovedì 28 maggio è stato presentato presso il Policlinico Umberto I il risultato della raccolta fondi promossa in collaborazione con la Fondazione Sapienza che ha raggiunto 700mila euro e ha permesso di allestire un nuovo spazio di eccellenza di terapia intensiva. Un passo concreto e tangibile che consiste in 8 ventilatori, 8 monitor, 8 letti per terapia intensiva nonché un sistema storz cmac x cmos videoendoscopio e 2 ecocardiografi.

Sono intervenuti alla cerimonia il rettore Eugenio Gaudio, Vincenzo Panella, direttore generale dell’Azienda universitaria Policlinico Umberto I, Antonello Biagini, presidente della Fondazione Roma Sapienza e Antonella Centra in rappresentanza del gruppo Kering, partner del progetto.

“Questo potenziamento è stato possibile grazie alla solidarietà di partner finanziatori e della comunità universitaria: un lavoro di squadra che ha visto l’Ateneo promuovere, in collaborazione con la Fondazione Sapienza, una raccolta fondi con un risultato di 700mila euro – afferma il rettore Eugenio Gaudio – una risposta generosa che si inserisce nell’ambito delle iniziative attivate dall’Università in un momento delicatissimo per il nostro Paese, per contribuire a fronteggiare l’emergenza in atto.”

La nuova dotazione si integra in una struttura ospedaliera che ha saputo fornire una risposta solida ed elaborare in tempi strettissimi misure di contenimento a tutela dei pazienti e della cittadinanza. “In capo a 10 giorni è stata quadruplicata la capacità recettiva del Policlinico e sono stati resi operativi nuovi modelli di accesso – spiega il direttore generale Vincenzo Panella – e questo ci ha consentito di dare una risposta seria alla esigenza emersa con il COVID-19”.

Il Dea, Dipartimento di Emergenza e accettazione diretto da Francesco Pugliese, accresce la sua capacità operativa e di accoglienza, costituendo un riferimento nella fase attuale e negli scenari futuri. Il secondo step nell’utilizzo dei fondi raccolti interessa l’Azienda ospedaliera Sant’Andrea per la quale sono pronti interventi immediati. 

“Nella crisi è emersa l’importanza di coniugare ricerca e sanità: questa contiguità ha permesso di capire quanto trasversale fosse il COVID-19, che non è solo una malattia infettiva, ma che ha importanti e diffuse ripercussioni sistemiche e come tale deve essere gestita, anche con l’attivazione dei follow up per i pazienti guariti, già avviata  – continua Eugenio Gaudio – I policlinici hanno retto alla prova dei fatti, confermandosi una realtà sanitaria importante: ora l’ottica è fare tesoro della crisi, dotando in maniera stabile le nostre strutture per contenere le esigenze che si prospetteranno”.

Le donazioni che hanno finanziato il potenziamento delle dotazioni di terapia intensiva sono pervenute da diverse aziende private e dalla comunità universitaria nel suo complesso.

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