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La “Giornata Mondiale dell’Ictus” è l’occasione per riaffrontare un problema caratterizzato, purtroppo, da grandi numeri. In Italia, si verificano ogni anno circa 200.000 ictus, di cui il 20% recidive, mentre circa 10.000 delle persone colpite, hanno età inferiore ai 54 anni. L’incidenza della patologia, che registra una preoccupante crescita fra le donne, aumenta progressivamente con l’età, arrivando al 75% dei soggetti oltre i 65 anni.
Clinicamente, l’ictus è definito come evento cerebrovascolare, causato da scarso apporto di sangue al cervello a seguito di un’ostruzione o di un’emorragia, che determina anomalie della funzionalità neurologica. Se all’origine vi è un coagulo che ostruisce la circolazione del sangue, si parla di ictus ischemico; quando invece, il fattore scatenante è la rottura di un vaso sanguigno, si parla di ictus emorragico.
La patologia, con vari livelli di gravità, rappresenta una delle condizioni più invalidanti e costose sia per le famiglie, sia per il Sistema Sanitario Nazionale. Si stima infatti, che la spesa per ogni paziente colpito da ictus si aggiri, oggi, su 20.000 euro/anno per i costi sanitari  e su 30.000 euro/anno per la famiglia e la collettività, compresa la perdita di produttività. La lotta, quindi, deve essere incessante, attraverso la ricerca di nuovi farmaci e l’adozione di soluzioni terapeutiche efficaci e minimamente invasive.
Fra le innovazioni terapeutiche più avanzate va ricordato WATCHMAN, il dispositivo per la chiusura percutanea dell’auricola dell’atrio sinistro, cioè la piccola ansa del cuore nella quale si forma buona parte dei trombi che “migrano” verso il cervello, generando l’ictus – Il dispositivo, si è dimostrato risolutivo soprattutto per pazienti affetti da Fibrillazione Atriale non valvolare e che presentino controindicazioni alle terapie con farmaci anticoagulanti orali.
WATCHMAN, è di piccole dimensioni e si può adattare ad auricole di conformazioni diverse. Costituito da una struttura auto espandibile in Nitinol e da una leggera copertura in tessuto, viene inserito nell’organismo tramite un sottile catetere che, partendo dalle regioni inguinali, raggiunge l’atrio sinistro del cuore e l’apertura dell’auricola che viene occlusa in modo permanente, bloccando così la fuoriuscita dei coaguli.
Il sistema è suffragato da molteplici studi clinici che ne hanno confermato l’efficacia e sicurezza per i pazienti. Gli studi evidenziano, fra l’altro, una riduzione del 77% del rischio di ictus e il successo dell’impianto nel 98,5% dei casi.
Molti clinici, che hanno ormai inserito la procedura di chiusura dell’auricola nella pratica clinica quotidiana, confermano che quest’ultima, minimamente invasiva, è una concreta alternativa alla terapia anticoagulante nella prevenzione di eventi tromboembolici, non inferiore ai farmaci ma con un minore tasso di eventi emorragici.
Ad oggi, circa 50.000 pazienti nel mondo sono stati trattati con il dispositivo WATCHMAN – Nel 2012, la European Society of Cardiology ha ufficializzato l’inclusione della procedura di chiusura dell’auricola nelle linee-guida “Guidelines for Management of Patients with Atrial Fibrillation”, laddove le successive indicazioni ESC del 2016 la “suggeriscono” per pazienti ad alto rischio di ictus che non possono essere sottoposti a terapia anticoagulante orale a lungo termine.