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Conferisce al gesto chirurgico estrema precisione, permette una grande versatilità dei movimenti e consente di raggiungere spazi anatomici ristretti e profondi. Questo, per i pazienti, si traduce nell’assenza di cicatrici, nella tutela delle strutture anatomiche, in rischi di infezione post-operatoria più bassi e tempi di degenza e di recupero più brevi. È il sistema robotico Da Vinci Xi, evoluzione ultima della chirurgia mininvasiva, che sta per approdare all’Ospedale Madre Teresa di Calcutta di Monselice. Gioiello di ultima generazione, verrà impiegato dai primi mesi del prossimo anno per interventi chirurgici, urologici e ostetrico-ginecologici. Come funziona? Il chirurgo non opera con le proprie mani ma manovrando un robot a distanza, seduto a una console computerizzata posta all’interno della sala operatoria. In pratica il sistema computerizzato trasforma il movimento delle mani in impulsi che vengono convogliati alle braccia robotiche. La chirurgia robotica è utilizzata come chirurgia migliorativa della laparoscopia in termine di precisione e sicurezza anche in un campo operatorio di piccole dimensioni. Nei confronti della laparoscopia tradizionale il robot chirurgico si muove con gradi di libertà ed angolazioni che a mano libera non è possibile raggiungere. L’impiego delle braccia meccatroniche, permette di operare in maniera puntuale con estrema precisione, e la visione in 3D del sistema permette una amplificazione dell’immagine con una migliore percezione visiva dei dettagli anatomici. Si va così a creare una perfetta simbiosi tra la macchina intelligente e l’uomo che ne ha assoluto controllo. “Ringrazio la Regione del Veneto, sempre attenta alle esigenze di modernizzazione e sensibile all’adeguamento tecnologico delle nostre attrezzature. Con l’impiego di Da Vinci, grazie alla precisione del gesto chirurgico, il medico riesce ad essere più conservativo nel rispetto dei tessuti e degli organi non interessati dalla patologia nonché più preciso nelle fasi ricostruttive. In particolare l’utilizzo del Robot permette – sottolinea il Direttore Generale dell’Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta – una miglior attività chirurgica soprattutto in ambito oncologico, maggiore sicurezza per il paziente, minor dolore post-operatorio, migliore preservazione delle strutture anatomiche, minori possibilità di complicazioni e soprattutto maggior precisione dell’atto chirurgico, oltre che un minor rischio di sanguinamento e una ridotta necessità di trasfusioni. Ritengo che l’investimento in questa tecnologia molto avanzata contribuisca in maniera significativa alla valorizzazione dell’Ospedale Madre Teresa di Calcutta, consentendo di migliorare la qualità della terapia chirurgica offerta ai pazienti dell’area di Padova Sud, essendo il Robot da Vinci già in uso, con ottimi risultati, nell’Alta Padovana”. “La robotica va ad arricchire il nostro parco macchine – sottolinea il dottor Antonino Calabrò, direttore dell’UOC di Urologia e dell’intero Dipartimento chirurgico dell’Ospedale di Monselice -, conferendo un grande valore aggiunto in particolare a interventi addominali, per il trattamento del tumore del rene e della prostata”. Per il dottor Roberto Cola, direttore dell’UOC di Chirurgia generale, “l’arrivo del Robot da Vinci rappresenta un salto di qualità, per affrontare i tumori del colon-retto e dello stomaco, la chirurgia di parete, in generale tutte le metodiche già si avvalgono della chirurgia laparoscopica mininvasiva”.