Print Friendly, PDF & Email

La dotazione tecnologica dell’emodinamica del San Gerardo si arricchisce di un nuovo dispositivo per il trattamento delle lesioni coronariche calcifiche. In sala operatoria è infatti in uso il nuovo “Rotablator”, arrivato sul mercato italiano da pochi mesi.

L’aterectomia rotazionale, questo il nome tecnico della procedura, è una tecnica indispensabile per consentire il trattamento dei casi particolarmente complicati di malattia coronarica. Il sistema disponibile da dicembre al San Gerardo è l’ultimo modello immesso sul mercato europeo l’anno scorso, più facile da usare e meno ingombrante del precedente.

Sebbene questo strumento sia utilizzato in una piccola percentuale di casi di angioplastica coronarica (meno del 5%), la fresatura delle placche può essere l’asso nella manica che consente all’operatore di portare a termine l’intervento di angioplastica.

“Il sistema Rotablator – spiega il dott. Pietro Vandoni, direttore della struttura complessa di Emodinamica – fa parte della strumentazione necessaria in una struttura di emodinamica che tratta un elevato numero di casi. Si tratta di una vera e propria “micro-fresa” rotante a forma di oliva o “palla da rugby” montata su un catetere che ruota ad altissima velocità (130-190 mila giri al minuto). La superficie della fresa è ricoperta da microframmenti di diamante che sono in grado di polverizzare le placche aterosclerotiche calcifiche in frammenti così fini da poter essere riassorbiti dai tessuti a valle senza provocare l’ostruzione dei capillari sanguigni”.

In questo modo le lesioni aterosclerotiche più dure e resistenti alla dilatazione con il “palloncino” possono essere abrase e successivamente coperte adeguatamente con lo stent.

Il primo paziente che ha beneficiato del nuovo dispositivo è stato un uomo affetto da una malattia coronarica calcifica associata a una insufficienza valvolare mitralica severa. L’età piuttosto avanzata e la presenza di altre patologie non cardiache hanno fatto escludere ai cardiochirurghi l’intervento “a cuore aperto”. La procedura è stata eseguita con successo il 16 dicembre scorso. Sono stati sufficienti due passaggi con una fresa da 1.25 mm a 160.000 giri al minuto per permettere il successivo impianto di un singolo stent medicato di quasi 5 cm di lunghezza e riaprire la strada al flusso sanguigno in un lungo tratto della coronaria sinistra.

Con la coronaria rimessa a nuovo, l’équipe del San Gerardo ha già programmato l’intervento di riparazione della valvola mitralica mediante l’impianto di una clip che verrà eseguito senza aprire il torace dall’équipe di emodinamica nelle prossime settimane.

“Tecnologie di ultima generazione, tempestività e precisione consentono alla nostra Azienda di aumentare le capacità diagnostiche a favore dei pazienti e di essere sempre all’avanguardia sotto il profilo della cura”, sottolinea il Direttore Generale della ASST di Monza Mario Alparone.

Nessun articolo correlato