Print Friendly, PDF & Email

Al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, per primi in Emilia Romagna, i professionisti dell’equipe di Ecografia interventistica delle Malattie Infettive utilizzano una nuova metodica di ablazione non-termica chiamata IRE per l’asportazione di noduli tumorali maligni del fegato di dimensioni non superiori ai 3 cm di diametro.

La metodologia va ad ampliare l’offerta delle procedure percutanee già in uso all’Arcispedale, ma è assolutamente innovativa. Le tecniche percutanee sono basate sull’introduzione nel tumore di aghi speciali attraverso la cute mediante guida ecografica e senza necessità di intervento chirurgico. Questo metodo di ablazione tumorale a differenza della termoablazione con radiofrequenza che produce a livello del tumore temperature fino a 100°, non utilizza l’effetto termico per indurre la morte delle cellule tumorali. IRE induce infatti la formazione di pori permanenti nelle membrane cellulari tumorali sottoponendole a una serie di impulsi elettrici ad alto voltaggio e di breve durata mediante speciali aghi elettrodi accuratamente posizionati all’interno del nodulo tumorale. La formazione dei pori provoca la successiva morte delle cellule tumorali e la sua azione si esplica selettivamente sulle cellule cancerogene risparmiando il tessuto sano adiacente, non provocando danni a vasi sanguigni, dotti biliari, nervi e organi vicini al tumore, quali colecisti e colon.

“A differenza dei trattamenti con termo-ablazione – spiega il dottor Marco Massari, direttore facente funzioni del reparto di Malattie infettive – questa procedura deve essere effettuata in anestesia generale e con l’uso di farmaci che inducano un blocco neuro-muscolare per prevenire gli spasmi causati dalla corrente elettrica: è quindi indispensabile la collaborazione della struttura di Anestesia-Rianimazione e terapia antalgica dell’Arcispedale diretta dal dottor Giorgio Francesco Danelli, con la fondamentale partecipazione del dottor Paolo Caberti e del dottor Bruno Barili. Per IRE vanno usate precauzioni nei pazienti con pacemaker e non è proponibile per l’ablazione dei tumori in prossimità di dispositivi elettronici impiantati o costituiti da parti metalliche. L’equipe esegue la procedura di posizionamento degli speciali aghi-elettrodo nella massa tumorale con l’utilizzo della guida ecografica”.

La nuova metodica presenta diversi vantaggi rispetto all’ablazione termica con radiofrequenza: può essere applicata a noduli tumorali in sedi che sono “a rischio di danno termico”, per le quali non è quindi proponibile un trattamento con termo-ablazione ed è una valida opzione per quei pazienti che presentano controindicazioni all’asportazione chirurgica del tumore. Si tratta di una tecnica di relativa recente introduzione e che quindi necessita di ulteriori valutazioni rispetto a quelle a ora disponibili, soprattutto per quanto riguarda il controllo della malattia a medio-lungo termine.

Nel corso del 2019 al Santa Maria Nuova sono stati trattati con questa nuova tecnica due pazienti; entrambi con noduli tumorali epatici in “sedi a rischio di danno termico” e per i quali era controindicata o ad alto rischio la resezione chirurgica. I pazienti, ricoverati per pochi giorni, non hanno riportato complicanze dopo i trattamenti e al momento attuale non hanno segni evidenti di ripresa di malattia. Un terzo trattamento è stato effettuato il 24 giugno scorso e un quarto è in programma nelle prossime settimane. L’equipe di Ecografia interventistica infettivologica composta dal dottor Guido Menozzi, dal dottor Massari e dal gruppo di infermieri coordinati da Nicolina Solomita sta valutando la possibilità di introdurre in futuro, con il supporto di altri professionisti dell’Azienda anche il trattamento di termoablazione con micro-onde e di potere pertanto estendere la propria offerta terapeutica al trattamento delle metastasi epatiche per via loco-regionale, in collaborazione con l’oncologia.