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Una mascherina contro il Covid-19 serve ed è sicura se non trattiene microbi, se permette di respirare e se riesce a filtrare il virus. Lo afferma l’Istituto superiore di sanità, che per l’emergenza Coronavirus e la necessità di distribuire al personale sanitario e alla cittadinanza in tempi rapidi grandi quantità di presidi ha stretto un accordo con la sezione dispositivi medici di Confindustria. 
In questa cornice l’Università di Trento, in collaborazione con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, ha attivato un laboratorio associato per eseguire i test di efficacia e sicurezza sulle mascherine chirurgiche. Si tratta di un lavoro di equipe in cui le diverse competenze sono messe a fattor comune per realizzare le tre valutazioni richieste dall’Iss per la commercializzazione delle mascherine chirurgiche. A seconda delle tipologie di test, gli esami vengono, infatti, eseguiti nei laboratori dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari e dell’Università di Trento. In questi giorni sono già in prova le mascherine realizzate da La Sportiva che ha aperto una linea di produzione locale. Il Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Ateneo ha attivato anche altri servizi di misura e consulenza per supportare le aziende nell’analisi del processo di produzione e nella scelta dei materiali e sulle procedure di sanificazione per un riutilizzo funzionale dei presidi in regola con le norme più stringenti.
Il laboratorio, coordinato da Giandomenico Nollo, rientra nelle attività a favore della salute pubblica finanziate il primo aprile dal Consiglio di amministrazione dell’Ateneo per far fronte alla pandemia. È stato realizzato in tempi rapidi anche grazie al lavoro di rete tra UniTrento e Apss con il contributo della Fondazione Edmund Mach e dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente che hanno messo in comune strumenti e conoscenza. Il laboratorio, infatti, si inserisce nella consolidata collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria industriale e il Dipartimento di Medicina di laboratorio per la conduzione tecnica e scientifica della sezione di Microscopia elettronica che da molti anni supporta la Apss nella valutazione della qualità e il monitoraggio delle prestazioni dei dispositivi medici impiantabili.
L’orizzonte, in realtà, è nazionale con l’obiettivo di creare una rete italiana per l’armonizzazione dei rapporti di prova sulle mascherine. A questo proposito la realtà trentina è già in contatto con l’Università politecnica delle Marche, le università di Catania e Modena e Reggio Emilia e il Tecnopolo Mirandola. 
Caratterizzazione chimico-fisica dei materiali, per le indagini di bagnabilità dei tessuti per valutarne la natura idrofobica/idrofilica, anche in relazione a sanificazione o per il riutilizzo.
Analisi morfologica dei materiali su scala micrometrica e sub micrometrica, per mezzo di metodologie di microscopia a scansione elettronica in alto e basso vuoto.
Test per la determinazione in vitro dell’efficienza di filtrazione batterica con sistema per la generazione di aereosol microbico e impattore a cascata multi stadio in conformità con la normativa per maschere facciali a uso medico.
Test per la determinazione della respirabilità, sulla base della normativa sull’efficienza filtrante a comfort d’utilizzo delle mascherine anche per tempi prolungati.
Test di determinazione della pulizia microbica con quantificazione della carica microbica residua sul prodotto finito, sempre in accordo alla normativa.
Misure di impatto dei processi di sanificazione o rigenerazione dei dispositivi di protezione individuale al fine di ottimizzare il processo di trattamento e identificare in numero massimo di ri-utilizzi in sicurezza ed efficienza.

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