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A gennaio 2020 è partito il progetto Europeo EMPOWER che svilupperà una piattaforma europea per promuovere il benessere e la salute sul lavoro e con lo scopo di ridurre l’impatto dei problemi di salute mentale sul lavoro. La Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano è uno dei partner del progetto, finanziato dal Programma dell’Unione Europea per la Ricerca e l’Innovazione Horizon 2020, Grant Agreement No. 848180. La Spagna coordinailprogetto con la Fundació Sant Joan de Déu. EMPOWER è un attività di ricerca e d’innovazione, che segue un modello di implementazione all’avanguardia, che mira allo sviluppo e all’implementazione di una nuova ed economica piattaforma di eHealth per inquadrare in una prospettiva multimodale la salute mentale sul luogo di lavoro. L’obiettivo di EMPOWER è quello di sviluppare, gestire e valutare una piattaforma di eHealth che abbia un approccio integrato, culturale gender-sensitive e multimodale e che comprenda gli interventi più applicabili, brevi e convenienti attualmente disponibili in Europa per muovere la salute e il benessere e prevenire i più comuni problemi di salute mentale usando una varietà di strategie perridurre l’impatto negativo che possono avere sul lavoro. La piattaforma verrà sviluppata grazie al lavoro congiunto di ricercatori provenienti dalla psicologia, medicina, sociologia, salute pubblica, economia, filosofia, giurisprudenza, tecnologia informatica e dalla collaborazione e partecipazione di gruppi di stakeholders che includono manager, lavoratori, compagnie di assicurazioni, persone affette da un disturbo mentale, associazioni di pazienti e policymaker. Per costruire la piattaforma di eHealth si integreranno le attività innovative dei partner alla ricerca nazionale e internazionale preesistente e ad altre odierne iniziative. EMPOWER ambisce a ridurre il crescente peso dei problemi di salute mentale sullavoro e a migliorare la salute mentale nella popolazione europea di lavoratori, anche per un riscontro positivo sulla produttività. I partner del consorzio vengono da Paesi quali Spagna, Italia, Olanda, Polonia, Finlandia, Regno Unito, Svizzera e Australia.
I problemi di salute mentale sono un enorme peso sia per gli individui sia per la società. Sono stati sviluppati un numero d’interventi per promuovere il benessere e prevenire o trattare i disturbi mentali sul lavoro. I tentativi di implementare gli interventi attraverso la tecnologia digitale hanno avuto effetti statisticamente significativi, ma minimamente positivi nel ridurre i problemi di salute mentale come la depressione, i disturbi d’ansia e lo stress. Tuttavia, la maggior parte degli interventi si sono focalizzati su un singolo disturbo e negano la comorbidità, soprattutto nel caso dei disturbi mentali più comuni. Nonostante siano già disponibili interventi sul luogo di lavoro efficaci e convenienti, la diffusione dell’implementazione di tali interventi affronta una serie di ostacoli. Lo stigma e la discriminazione sul luogo di lavoro sono stati associati a un ritardo nell’accesso alle cure, a un impoverimento del supporto sociale, a difficoltà nella performance di ruoli sociali e occupazionali, alla disoccupazione e a una diminuita autostima. Perciò, anche se programmi anti-stigma che hanno come target la popolazione generale e il luogo di lavoro sono già stati implementati, c’è margine di miglioramento. È essenziale la collaborazione con gli stakeholder per sviluppare ed implementare interventi efficaci per ridurre e valutare l’impatto dei problemi di salute mentale sul lavoro. La Direttiva Quadro suOccupational Safety and Health, 89/391/EEC, ha sancito il dovere dei manager di assicurarsi che la salute e la sicurezza dei lavoratori siano garantiti “tenendo conto di tutte le tipologie di rischi”. Nonostante la Direttiva europea non citi esplicitamente i problemi di salute mentale sul lavoro, li considera implicitamente poiché richiede che il manager sia consapevole e tenga in considerazione tutti i tipi di rischi legati alla salute. Contemporaneamente, la European Commission del 2008 European Pact for Mental Health and Well-being e la European Framework for Action on Mental Health and Well-being del 2016 hanno chiaramente identificato la salute mentale come una priorità di salute pubblica fondamentale per la società e l’economia, citando la salute mentale sul lavoro come un’area target. È perciò urgente che i manager Europei sappiano identificare ed indirizzare adeguatamente i rischi psicosociali dei lavoratori di cui sono responsabili. A causa del panorama frammentato sugli interventi ad oggi esistenti e sugli ostacoli relativi all’implementazione, c’è un urgente bisogno di una piattaforma di eHealth multimodale e integrante che miri alla riduzione dei problemi di salute mentale sul lavoro e migliori il benessere dei lavoratori, tenendo insieme gli interventi più fattibili, efficaci a breve termine, e convenienti presenti oggi in Europa. La piattaforma sfrutterà l’esistenzadi strumenti già testati e validati, oltre che convenienti, e farà fronte al bisogno di ridurre lo stigma, di favorire il comportamento di ricerca di aiuto, di aumentare la consapevolezza dei rischi psicosociali riducendoli, e di rafforzare strategie di autogestione, tenendo in considerazione anche le comorbidità fisiche e mentali e promuovendo uno stile di vita sano – il tutto tenendo in considerazione le differenze culturali e di genere che possono impattare positivamente sull’implementazione. Ciò è particolarmente rilevante per le piccole e medie imprese, che rappresentano la maggioranza di tutte le imprese europee, ma che hanno risorse limitate. Infine, lo sviluppo e l’implementazione di una piattaforma di eHealth multimodale e integrante dovrebbe essere guidata e supportata da una stretta collaborazione con gli stakeholder, inclusi i lavoratori stessi, i manager, le compagnie di assicurazioni, le associazioni dei pazienti e i professionisti della salute.
La dott.ssa Matilde Leonardi (nella foto), Direttrice U.O.C. Neurologia, Sanità pubblica, Disabilità della Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta, con il suo team di ricercatrici, si occupa da anni di progetti internazionali sulle malattie croniche e sul lavoro. “Abbiamo coordinato diversi precedenti progetti italiani ed europei come PATHWAYS e la Joint Action Chrodis plus, sempre collegati a studi sulle malattie croniche e sui loro impatti sul lavoro. Siamo anche leader nello sviluppo di metodologie e strumenti per valutare la cosiddetta lavorabilità, inclusione, partecipazione e impatto delle malattie sul lavoro. Abbiamo a lungo sviluppato due questionari “specifici per la malattia”, uno per il mal di testa e uno per la sclerosi multipla e collaboriamo con medici, ricercatori, associazioni, aziende e pazienti da oltre 25 anni su questi temi”, dice la dott.ssa Matilde Leonardi.