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Con il cantieramento dell’area dedicata all’attesa dei pazienti e dei familiari ha preso il via questa mattina il progetto di rimodulazione degli spazi e dei percorsi al Pronto Soccorso del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Oltre al PS generale sarà prossimamente interessato quello pediatrico.
Nell’arco di 18 mesi, in sei diverse fasi progettuali, sarà conseguito l’obiettivo di impiegare gli spazi secondo una distribuzione dei percorsi che tende ad anticipare la presa in carico dei pazienti in aree dedicate e ottimizzare i tempi di gestione di chi si rivolge al servizio con patologie e traumi minori, come è il caso di oltre la metà degli accessi.
L’importo complessivo dell’intervento di riqualificazione per la sola parte edilizia e impiantistica ammonta a circa 1 milione di euro, a cui si aggiungeranno ulteriori costi per le attrezzature sanitarie e le tecnologie informatiche.
In considerazione del ruolo nevralgico del Pronto Soccorso, la riorganizzazione degli spazi avverrà in fasi successive tendenti a non ostacolare l’attività ordinaria del servizio. Il primo passo è rivolto alla futura sala d’attesa, all’ufficio della Polizia di Stato e ai locali di deposito.
Per la messa a punto del progetto è stato determinante l’esito positivo della sperimentazione di un paio di mesi svolta nella primavera del 2015 in collaborazione con il dipartimento Scienze e metodi dell’ingegneria di Unimore.
Alla base della nuova impostazione è la suddivisione dei pazienti nelle aree di visita secondo il loro livello di criticità clinica, con i professionisti che prestano la loro opera muovendosi all’interno delle aree da paziente a paziente, non più rimanendo all’interno di un unico ambulatorio di visita. Come spiega Anna Maria Ferrari, direttore del PS e del Dipartimento aziendale emergenza-urgenza “La possibilità di compattare l’iter di valutazione del paziente deriva dal fatto che sarà il medico a raggiungerlo nella cosiddetta “zona a rapida valutazione” o nella “area a media criticità” e non viceversa. Questo si traduce in una più precoce presa in carico da parte dell’équipe operante in quell’area e in una riduzione dei tempi morti in quanto è il medico a spostarsi da un paziente all’altro e non viceversa.  Il percorso dei codici critici rimane identico all’attuale prevedendo l’accesso diretto del paziente nelle sale d’emergenza con l’equipe pronta a riceverlo”.
La rimodulazione degli spazi prevede, tra l’altro, la creazione di ambienti dove somministrare le terapie meno invasive e monitorare il decorso di più pazienti in contemporanea.

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