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Al Sant’Anna per la cura dei pazienti con grave trauma cranico, ictus, emorragia cerebrale e patologie infettive o infiammatorie del sistema nervoso centrale c’è un nuovo pool di specialisti. E’ il Gruppo operativo interdipartimentale permanente Neuro&CO, che riunisce medici della Neurologia, Neurochirurgia, Radiologia Interventistica, dell’Anestesia e Rianimazione e personale del Dipartimento aziendale delle professioni socio-sanitarie, presentato stamattina in conferenza stampa.
Il Goip si occupa della presa in carico e della gestione dei pazienti neurochirurgici-neurologici critici fin dal loro arrivo in Pronto Soccorso e durante il ricovero nelle aree dell’ospedale a maggiore intensità di cure: Stroke Unit, Terapia Subintensiva e Terapia Intensiva. Un’organizzazione che consente di intervenire al meglio nel caso di patologie tempo-dipendenti.
Il team Neuro&CO consolida ulteriormente l’approccio multidisciplinare che caratterizza le attività del presidio di via Ravona. La presa in carico del malato è condivisa e prevede la visita collegiale ogni mattina per ottimizzare il percorso terapeutico. Questa organizzazione del lavoro può contare anche su una collaborazione di lungo corso tra neurologi e neurochirurghi. I medici di queste due unità operative garantiscono da tempo una guardia attiva interdipartimentale che prevede la presenza di uno specialista anche di notte.
Per arrivare a questo obiettivo il gruppo sarà impegnato in attività di formazione scientifica e sul campo nonché nella condivisione, stesura e implementazione di protocolli operativi.
Il GOIP si prefigge di raggiungere risultati di carattere clinico, procedurale e aziendale. Cinque le aree tematiche di interesse: neurotraumatologia, ictus ischemico, ictus emorragico, emorragia subaracnoidea, patologie infiammatoria/infettiva del sistema nervoso centrale.
Tra le altre attività anche la creazione di una biblioteca virtuale aggiornata per argomento che include i documenti necessari per l’aggiornamento continuo.
I primi incontri formativi accreditati ECM partiranno da settembre con cadenza mensile e verteranno su Anatomia e clinica nel paziente neurologico/neurochirurgico critico, casi clinici e un up to date della diagnosi e del trattamento dell’ipertensione endocranica.
L’ospedale Sant’Anna dispone di 12 posti letto di terapia sub intensiva neurologica-neurochirurgica e 12 letti di terapia intensiva a cui si aggiungono i 4 posti letto di terapia sub intensiva generale per un totale di circa 500 ricoveri l’anno.
Si tratta di pazienti con quadri clinici estremamente complessi.
Per quanto riguarda le patologie di cui si occupa il nuovo Goip, c’è l’ictus cerebrale, la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, che causa il 10-12% di tutti i decessi per anno e rappresenta la principale causa di invalidità. Il tasso di prevalenza nella popolazione anziana italiana è del 6.5%.
Le emorragie causate dalla rottura di un aneurisma cerebrale colpiscono circa6-8 persone su 100.000 abitanti. In provincia di Como i casi sono circa 40 l’anno. Le modalità di trattamento per prevenire il risanguinamento sono di tipo endovascolare o chirurgico. ”
Per il trattamento di queste patologie, ha ricordato il neurologo Simone Vidale, il Sant’Anna ha tutte le caratteristiche, le competenze e le tecnologie per essere centro di riferimento per il territorio comasco.
Inoltre, anche l’attività assistenziale nei reparti è caratterizzata da elevate competenze e un’organizzazione del lavoro che prevede un case manager che, come ha sottolineato l’infermiera Lara Frangi della Rianimazione, svolge un ruolo di raccordo tra medici e paziente.
L’ospedale di San Fermo è dotato anche della Neuroradiologia interventistica, una branca della Radiologia in grado di trattare numerose patologie in ambito neurologico mediante interventi mini-invasivi, grazie a metodiche di diagnostica per immagini, come la Tac, la risonanza magnetica e l’angiografia, e con l’ausilio di strumenti in grado di raggiungere gli organi sede di patologia attraverso i vasi senza dover ricorre alla chirurgia tradizionale. Gli strumenti vengono introdotti tramite un piccolo forellino di un’arteria periferica, di norma a livello inguinale, e arrivano poi fino al cervello.
La Sala d’Interventistica è collocata nel Quartiere Angiografico, al piano -1 rosso, quello dove si trovano il Pronto Soccorso, la Rianimazione, la Radiologia e il Blocco Operatorio.
Il trattamento degli aneurismi cerebrali si chiama “embolizzazione” e consiste nell’arrivare dentro la sacca aneurismatica con un piccolo catetere, navigando attraverso le arterie del corpo partendo dall’arteria femorale. Una volta raggiunto l’aneurisma, si riempie la sacca aneurismatica con filamenti di platino, detti spirali, escludendola dalla circolazione arteriosa.
Il trattamento degli ictus avviene invece mediante un intervento di trombectomia meccanica, in grado di riaprire le arterie rimuovendo gli emboli che vengono aspirati e rimossi mediante appositi cateteri, sempre introdotti con punture di arterie periferiche. E’ possibile trattare gli ictus con la trombectomia meccanica entro 6 ore dall’esordio dei sintomi.
Anche in questo caso accanto al lavoro degli specialisti va ricordato il ruolo degli infermieri del Quartiere Angiografico, coordinato da Rita Millauro e Roberto Rossi, che, presenti 24 ore su 24, prendono in carico il malato, lo preparano per l’intervento, predisponendo tutto ciò che serve per il radiologo o l’anestesista, e lo assistono fino al trasferimento in reparto, come hanno evidenziato Mara Noseda e Giovanna Greco durante la visita della Sala di Radiologia Interventistica.