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Un Centro dedicato alle malattie del fegato. È stato istituito dall’ASST di Mantova nell’ambito della struttura complessa di Malattie Infettive, diretta da Salvatore Casari. Il riconoscimento conferma l’importanza dell’attività dell’ambulatorio di Epatologia delle Malattie Infettive, da molto tempo riferimento principale per la popolazione della provincia di Mantova, accreditato anche dall’ Associazione Italiana per lo Studio del Fegato.
Il Centro per le malattie del fegato, coordinato dall’infettivologo ed ecografista Giorgio Perboni, si occupa già attualmente: del trattamento farmacologico delle epatiti virali da HBV e da HCV; della terapia della cirrosi epatica, anche di origine non virale, e dello scompenso di fegato; del coordinamento delle attività per la diagnosi e cura del tumore del fegato, in collaborazione multidisciplinare con i professionisti della Chirurgia Generale, dell’Oncologia, della Radiologia Interventistica e dell’Endoscopia dell’ASST, nonché dei principali Centri per il trapianto di fegato del Nord Italia, cui sono riferiti i pazienti che richiedano tale tipologia di intervento. Nel Centro opera anche Donatella Tomasoni, infettivologa ed ecografista, nonché tre infermieri dedicati anche al settore MAC/DH della struttura complessa, con il coordinamento infermieristico di Barbara Speziali.
Il riconoscimento ufficiale consentirà al Centro di svolgere l’importante ruolo di riferimento per tutta la provincia di Mantova in questo campo, riducendo di conseguenza la migrazione di molti pazienti verso le provincie e le regioni limitrofe. Ciò sarà facilitato dall’attivazione di uno specifico codice presso il CUP Aziendale (Visita epatologica), cui il cittadino può già rivolgersi per prenotare la prima visita specialistica. I successivi controlli saranno a programmazione diretta da parte del medico del Centro.
Inoltre, operando insieme alle strutture territoriali e ai Medici di Medicina Generale, la struttura sarà attiva nell’emersione del ‘sommerso’ di HCV, cioè per favorire la diagnosi e la terapia delle infezioni sconosciute. Ciò in accordo con le indicazioni di Regione Lombardia, che indica il 2019 come termine ultimo per il trattamento di tutti i pazienti con infezione. A ciò si affiancherà un incremento delle terapie destinate alle persone con epatite B e delle prestazioni diagnostiche invasive e non invasive, nonché la promozione di progetti di studio clinici ed epidemiologici.
Per quanto riguarda l’epatite da HCV, dal 1995 al 2014 sono stati seguiti oltre 2.600 pazienti, 1.100 dei quali sottoposti a terapia con interferon, con un tasso di guarigione di circa il 50%. Successivamente, dal 2015, circa 1.200 casi sono stati selezionati per la nuova terapia con antivirali diretti, 500 dei quali già sottoposti al trattamento, con guarigione in oltre il 95% dei casi. Nei prossimi mesi saranno ultimati i trattamenti previsti, a cui si aggiungeranno i nuovi pazienti che saranno nel frattempo individuati. Si stima infatti l’esistenza di circa altri 1.000 pazienti in provincia di Mantova con infezione da HCV.
Naturalmente la straordinaria efficacia della terapia ha determinato un significativo aumento delle attività ambulatoriali, sia per la necessità di stretto monitoraggio dei pazienti in trattamento, che per la complessità amministrativa delle procedure prescrittive previste, giustificate dall’elevato costo dei farmaci. A ciò si aggiunge che l’efficacia delle nuove terapie ha portato ad un naturale incremento della domanda di cura, anche da parte di pazienti che in precedenza non si facevano seguire regolarmente.
Per quanto riguarda invece l’epatite B sono seguiti circa 550 pazienti, un terzo dei quali in terapia. Questa problematica si è ridimensionata da quando è stata adottata la vaccinazione obbligatoria, ma rimane un argomento specialistico di rilievo per le possibili complicanze dell’infezione, per la corretta prescrizione della terapia nei pazienti con immunodepressione e per la gestione dei casi in immigrati provenienti da aree ad elevata presenza del virus.
Deve inoltre essere menzionata la possibile presenza di più virus nello stesso paziente ad esempio HCV, HBV e HIV, la quale determina un maggior rischio di complicanze, accelerando l’evoluzione della patologia epatica: la struttura segue circa 200 pazienti con HIV che sono anche coinfetti con HCV e/o HBV.
Infine, accanto alle epatopatie croniche di natura infettiva, vengono seguite presso il Centro le epatopatie di natura metabolica (NASH) o autoimmune, ovvero di natura ancora più rara.