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Il CNAO si espande: è stato firmato ieri l’accordo con Hitachi per l’acquisizione e l’installazione di un moderno impianto per protoni con tecnologia di ultima generazione che sarà ospitato in un nuovo edificio contiguo e integrato con quello già esistente. L’inizio dei lavori per il nuovo edificio è in programma entro la fine del 2020 e la consegna dell’impianto all’inizio del 2023.

La nuova area, che si svilupperà su due piani per un totale di circa 6000 metri quadri, comprenderà: un acceleratore di protoni, e una nuova sala trattamento con testata rotante per colpire il tumore da molteplici direzionispazi legati all’accoglienza dei pazienti e alla loro preparazione alle terapie.

La nuova area sarà adiacente e collegata all’attuale sede del CNAO che comprende tre sale trattamento e un grande sincrotrone, già attivi dal 2011 nell’erogazione dell’adroterapia sia con protoni che con ioni carbonio. Il progetto di espansione del CNAO è possibile grazie a un sostanziale contributo del Ministero della Salute.

Le tre sale trattamento oggi attive e il grande sincrotrone di 80 metri di diametro, a cui sono collegate, proseguiranno nell’attività clinica e di ricerca, focalizzandosi in modo più specifico nei trattamenti che richiedono l’uso di ioni carbonio.

CNAO è infatti l’unico centro italiano e uno dei 6 al mondo in grado di erogare l’adroterapia con protoni e ioni carbonio. Con questa espansione CNAO diventa l’unico centro di adroterapia al mondo a disporre sia di un sincrotrone per ioni multipli che di un sincrotrone con gantry dedicato ai protoni.

Gianluca Vago, presidente del CNAO, osserva: “Il CNAO è una realtà di eccellenza a livello mondiale per il trattamento di tumori particolarmente difficili, voluta e sostenuta da Ministero della Salute e da Regione Lombardia. Fino ad oggi abbiamo trattato circa 3000 pazienti con ioni carbonio e protoni. Il contratto firmato con Hitachi apre una nuova dimensione nelle capacità di cura del CNAO e ci consente di mantenere uno standard di altissimo livello nell’adroterapia.”

Lisa Licitra, direttore scientifico del CNAO, sottolinea: “La protonterapia, insieme all’adroterapia con ioni carbonio, rappresenta una frontiera importante dell’oncologia perché, grazie alle caratteristiche di queste particelle e ai nuovi sistemi che CNAO sta introducendo, è possibile colpire con precisione tumori non operabili e refrattari alle cure con radioterapia ai raggi X, riducendo l’esposizione dei tessuti sani alle radiazioni e i conseguenti effetti collaterali. CNAO punta a incrementare la ricerca per poter applicare l’uso dei protoni e degli ioni carbonio anche a patologie tumorali che oggi non sono trattate in Italia con questa ‘tecnica’”.

Il nuovo acceleratore di particelle per la protonterapia sarà più piccolo del sincrotrone già in uso e sarà collegato a una struttura meccanica che permette di ruotare i fasci di protoni attorno al paziente e di colpire il tumore da molteplici direzioni. Sarà fornito dall’azienda giapponese Hitachi, vincitrice della gara ad evidenza pubblica.

La macchina è in grado di erogare la protonterapia con una tecnica denominata Intensity Modulated Proton Therapy, IMPT, che consente di ridurre ulteriormente l’esposizione alle radiazioni dei tessuti sani, con la conseguente diminuzione degli effetti collaterali. Inoltre si fa uso di Image Guided Radiotherapy, IGRT, cioè di immagini radiologiche di altissima qualità, così da permettere il controllo costante della posizione del ‘bersaglio tumorale’ durante l’erogazione di ciascun trattamento.

L’adroterapia è una forma avanzata ed evoluta di radioterapia, sviluppata per trattare i tumori non operabili e resistenti ai tradizionali trattamenti radioterapici.

Se la radioterapia convenzionale utilizza raggi X o elettroni, l’adroterapia prevede principalmente l’uso di protoni o ioni carbonio. Grazie alle loro caratteristiche fisiche i protoni, che sono 2.000 volte più pesanti degli elettroni utilizzati nella radioterapia tradizionale ai raggi X e che hanno la caratteristica di rilasciare la loro energia in prossimità della massa tumorale risparmiando i tessuti sani circostanti, sono molto indicati per il trattamento di tumori non asportabili chirurgicamente e resistenti ai raggi X, quali per esempio i melanomi oculari, i tumori solidi pediatrici, i tumori del tronco encefalico e del midollo, i tumori orbitari e i tumori affetti da sindromi genetiche.

La riduzione degli effetti collaterali che si ottiene grazie alla protonterapia è particolarmente importante nei pazienti giovani perché riduce in modo considerevole il rischio di sviluppare tumori secondari negli anni successivi alle cure.