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SSSUP_stemmaUna rivoluzione, dopo cento anni di stasi, eccezione fatta per il recentissimo ginocchio elettronico di Rizzoli Ortopedia Spa: le nuove protesi di arto nasceranno dalla collaborazione fra la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e la Rizzoli Ortopedia Spa di Budrio (BO). Grazie all’accordo appena sottoscritto inizierà il progetto di ricerca che porterà alla messa a punto e all’immissione sul mercato mondiale di prodotti innovativi e non semplicemente aggiornati.

Dall’intesa, che vede coinvolto Paolo Dario, Direttore dei Laboratori di Robotica ARTS e CRIM della Scuola Superiore Sant’Anna, nasceranno arti artificiali sempre più simili a quelli naturali, anche nell’utilizzo dei materiali, nonché nuovi invasi high-tech, nuovi ausili tecnologici, nuove macchine per la riabilitazione. L’obiettivo della messa a punto delle nuove protesi di gamba è particolarmente ambizioso, perché si punta a una sorta di rivoluzione copernicana, pari almeno a quella che ha rivoluzionato la chirurgia con l’arrivo della tecnica laparoscopica, grazie alla quale – ad esempio – è possibile accedere all’addome praticando soltanto piccoli fori. Queste protesi permetteranno a Rizzoli Ortopedia di confermarsi unica azienda italiana che dispone delle tecnologie adeguate per supportarne la produzione.

Un altro punto dell’accordo prevede di concentrarsi anche nello sviluppo di ausili tecnologici a tutto vantaggio di quanti hanno necessità di spostarsi mediante una sedia a rotelle, ovvero circa 60mila persone nella sola Italia. Da qui la sfida che lanciano Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Rizzoli Ortopedia. Dall’incontro tra il mondo dell’università con quello industriale, coniugando ricerca, sviluppo e produzione, si creerà un circuito virtuoso che porterà benefici a quanti hanno perso la propria autonomia, permettendo loro di ritrovarla, oltre a creare nuova occupazione alimentando un mercato caratterizzato da un altissimo senso etico. Dalla partnership potrebbero nascere le condizioni per raggiungere posizioni di assoluta leadership a livello internazionale.

In Italia, sono circa tre milioni i disabili, pari al 5% della popolazione, attorno ai quali ruota un mercato di prodotti e di ausilii ortopedici che sfiora i 700 milioni di euro. Ogni anno coloro che subiscono l’amputazione di un arto sono circa 10mila, di cui 4500 circa sono anziani che si trovano in questa condizione per effetto di problemi diabetici o vascolari. A quanti viene amputato l’arto a seguito del manifestarsi di una grave patologia si aggiungono un 10 per cento di adulti vittime di incidenti sul lavoro e una percentuale residuale di giovani, che – magari – hanno perso l’arto per un incidente stradale.

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