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I nefropatici potranno fare la dialisi comodamente seduti in albergo, dimenticandosi dell’ospedale. E’ la novità, presentata nell’Ospedale di Gallipoli, per offrire vacanze sicure anche alle persone che devono periodicamente affrontare questo tipo di trattamento.

Il progetto ruota attorno alla tecnologia racchiusa in una poltrona speciale realizzata da Apulia Biotech, una società dell’Università di Bari, che permette di dializzare in maniera assolutamente autonoma ma sotto lo “sguardo” a distanza del personale sanitario, che può valutare in tempo reale i dati provenienti da sensori, glucometro e tablet e guardare le immagini live inviate da una telecamera motorizzata. E’ lo sviluppo ulteriore di Smart Health 2.0, la dialisi domiciliare messa a punto dal team del Policlinico di Bari e che già aveva fatto un passo avanti con una versione trasportabile fuori casa. Con la Teledialisi alberghiera – ha sottolineato il prof. Loreto Gesualdo, preside della Facoltà di Medicina di Bari – “stiamo passando all’evoluzione successiva, perché il paziente che dializza potrà trovare tutto il necessario già in albergo, con un netto miglioramento della qualità della vita”.

Un progetto che nasce grazie alla collaborazione del pubblico, con l’Università di Bari, la ASL di Lecce e il Comune di Gallipoli, e il privato rappresentato dalle strutture ricettive pronte ad accogliere la poltrona super-accessoriata: una per iniziare ma a breve saranno due. In prima linea i reparti di Nefrologia di Lecce e Gallipoli, che offriranno il supporto medico e infermieristico affinché i trattamenti si svolgano nella massima sicurezza, oltre a garantire comunque il servizio di Dialisi, ordinaria e turistica, in ospedale. Per questa prima sperimentazione della Teledialisi il controllo in remoto avverrà da Bari, nel prossimo futuro – ha aggiunto Gesualdo – “potremo realizzare delle “control room” a Lecce e Gallipoli, realtà particolarmente vocate per il turismo, anche sanitario, ma anche perché qui operano professionisti di grande livello e con un’esperienza importante proprio nella dialisi domiciliare”.

Alla presentazione sono intervenuti il commissario Straordinario della ASL Lecce, Rodolfo Rollo, il direttore dell’Ospedale di Gallipoli Egidio dell’Angelo Custode, il sindaco di Gallipoli Stefano Minerva, il consigliere comunale Vincenzo Piro, il prof. Rosario Polizzi, il presidente dell’Ordine dei Medici di Lecce Donato De Giorgi, i direttori della Nefrologia di Lecce, Marcello Napoli, e Gallipoli, Alessandro D’Amelio. Nella sala convegni una folta rappresentanza di studenti della Scuola Infermieristica, a rimarcare il ruolo di Polo di Alta Formazione che l’ospedale sta assumendo con sempre maggiore evidenza, grazie alle Summer e Spring School, ai Master universitari e alla possibilità di ospitare e formare i medici specializzandi.

“L’iniziativa – ha commentato Rollo – si inserisce nello scenario di una Sanità che sta cambiando e si può reggere se ha gambe forti, una rete che funziona e una organizzazione più razionale. La teledialisi guarda molto da vicino all’assistenza domiciliare e alla tecnologia. Si tratta di un’assistenza domiciliare specializzata che già stiamo cominciando a sperimentare per i pazienti oncologici, pazienti con patologie neurovegetative e in emodialisi.  Due i principi da tener fermi: la sicurezza del paziente e la sostenibilità per la struttura sanitaria.  Del resto, si va verso una stagione nuova – ha aggiunto –  con la revisione della rete ospedaliera e servizi territoriali più forti, in particolare quelli dedicati alle cronicità e alla non autosufficienza, e la ASL Lecce è già sulla buona strada”.

“La sfida – ha detto il sindaco Minerva – è fare di Gallipoli un luogo turistico dotato di servizi di qualità e capace di offrire un’accoglienza di eccellenza, anche per chi ha un problema di salute e ha diritto di fare una vacanza tranquilla e per far questo è fondamentale la collaborazione con le strutture alberghiere”. Una piccola rivoluzione, se si vuole, perché grazie all’innovativa Teledialisi è il Servizio Sanitario ad andare dal paziente e non viceversa.